(ASI) Nonostante l’atmosfera bollente, sia climatica che politica, non si fermano gli speciali approfondimenti di Agenzia Stampa Italia. L’ultima intervista del direttore Ettore Bertolini ha analizzato un tema molto delicato: quello del salario minimo e del reddito di cittadinanza.
Il dibattito viene discusso attraverso la presenza dell’On. senatrice Tiziana Nisini, sottosegretario di Stato al Ministero del lavoro e delle politiche sociali, nonché del giuslavorista prof. Severino Nappi.
L’Unione europea ha raggiunto un accordo sul salario minimo ai primi di giugno, il quale punterà a istituire un quadro per fissare salari minimi adeguati ed equi; un tema al centro di uno scontro politico nella maggioranza e che anima il dibattito tra le forze sociali. Per il sottosegretario Tiziana Nisini è chiara la confusione con la quale è stata interpretata la direttiva Europea in italia, la quale fissa i criteri e non l’obbligo di adottarla. L’italia, continua la senatrice Nisini, ha una storia della contrattazione collettiva forte e che andrebbe rafforzata nelle aree maggiormente deboli. La lega, continua il sottosegretario, punta proprio al rafforzamento della contrattazione collettiva; la strada maestra da seguire per il bene dei lavoratori, che vada a consolidare il settore lavorativo. Inoltre, aggiunge il sottosegretario, risulta altresì necessaria una risoluzione delle problematiche inerenti l’aumento dei costi. I comuni, per la senatrice, devono tornare ad essere centrali, perché conoscono le esigenze del cittadino, mentre un ente centrale come l’INPS non garantirebbe la giusta copertura.
Dello stesso parere il prof. Severino Nappi, esperto di Diritto del lavoro che, sebbene dietro l’idea del salario minimo e del reddito di cittadinanza, vi sia stata la necessità di supporto, tale atteggiamento assistenzialista ha chiaramente minato le basi del mondo del lavoro. Del resto è già presente, continua Nappi, una forma di tutela del salario nella Costituizione italiana; quell’art. 36 che è stato spesso interpretato in maniera lacunoso. Pur carenti di vincolatività erga omnes, la natura di retribuzione costituzionale, come accade in molti altri ordinamenti giuridici europei, è garantito per legge. A chiosa finale dell’intervista i due ospiti si ritrivano nuovamente concordi sul fatto che, non è fattibile pianificare solo politiche assistenziali, perchè rischierebbero di divenire meccanismi di gallegiamento fini a se stesso, atrofizzando gli arti produttivi del Paese. La vera strategia è quella di supportare le imprese, migliorare la contrattazione collettiva e spingere attraverso il supporto statale, ad un adeguamento dei salari. L’auspicio di tutti è quello di un paese dinamico nel mondo del lavoro, supportato da un governo coeso nei futuri progetti di miglioramento socio-economico.
Emilio Cassese - Agenzia Stampa Italia