Stando alle rilevazioni dell’Inps, nel 2021 i contratti stagionali attivati hanno raggiunto il livello record di 920mila, oltre il 40% in più rispetto al 2020 segnato dal Covid; 188mila in più anche rispetto al 2019 e 260mila in più rispetto al 2018, quando il reddito di cittadinanza non esisteva.
Il Reddito di cittadinanza, quindi, non ha ostacolato il trend di crescita del lavoro stagionale», prosegue il senatore pentastellato. È bene, inoltre, ricordare che l’ultimo rapporto Benessere equo e sostenibile dell’Istat ha attestato che in Italia la povertà assoluta ha interessato oltre 1 milione 950mila famiglie (7,5%) e più di 5,5 milioni di individui. Oggi i percettori del RdC sono 4 milioni di cui ben 3 milioni inabili al lavoro».
«Come M5S – aggiunge Turco – abbiamo lavorato per fare in modo che venisse introdotta una stretta sui controlli, che fossero migliorati gli incentivi per accettare le offerte di lavoro e adottate misure più efficaci nei confronti di chi rifiuta le proposte, oltre ad aver caldeggiato l’introduzione di sgravi alle imprese per favorire le assunzioni. Le stesse imprese che oggi si lamentano, possono rivolgersi alle agenzie per l’impiego sia pubbliche che private, e far pervenire le proprie offerte di lavoro».
«Siamo sicuri – conclude il Sen. Turco – che la carenza di richiesta di manodopera per i lavori stagionali nel settore del turismo non sia causata dal Reddito di cittadinanza, così come denunciato da alcune associazioni datoriali. Sarebbe il caso di ampliare la discussione sui compensi e la tipologia di contratti che queste imprese sono disposte ad assicurare. Per favorire la soluzione di mancanza di manodopera è, quindi, urgente introdurre il salario minimo, come misura di contrasto al lavoro nero».