Il gruppo, presieduto dall’On. Antonio Catalfamo, ha quindi spiegato il contenuto della proposta di legge: “Elezione diretta e a suffragio universale dei Presidenti dei Liberi Consorzi e dei Sindaci delle Città metropolitane, con una votazione a turno unico senza ballottaggio, ed elezione diretta degli omologhi Consigli, che avranno un numero variabile tra 18 e 36 di consiglieri, in base alla popolazione residente nella provincia di riferimento, con la reintroduzione dei collegi elettorali esistenti per le precedenti elezioni provinciali. Introduzione della doppia preferenza di genere (in caso di espressione di due voti di preferenza per il Consiglio, gli stessi devono obbligatoriamente riguardare un candidato ed una candidata).
“La questione relativa all’assetto istituzionale degli organi degli enti intermedi – affermano i sette deputati leghisti all’ARS - si trascina irrisolta da ormai nove anni, ossia fin dall’entrata in vigore della legge regionale 7 del 2013 che ha previsto la soppressione delle Province regionali.”. “Dal 2013 però – affermano Catalfamo, Caronia, Ragusa, Pullara, Figuccia, Cafeo e Sammartino – è profondamente mutato l’orientamento politico e culturale sulla questione, come confermato dal Referendum del 2016 e dalla sentenza della Corte Costituzionale 240 del 2021 che ha fortemente criticato l’attuale situazione di disparità fra le aree metropolitane (il cui Sindaco e automaticamente quello del capoluogo, eletto dai cittadini) e le altre province, i cui cittadini sono di fatto espropriati del diritto ad eleggere il proprio presidente.”
“Anche nello scenario attuale - conclude Catalfamo - la percezione e di un allontanamento delle istituzioni dal popolo. Lo abbiamo visto con l’elezione del Capo dello Stato. C’è voglia di democrazia nel nostro Paese e non possiamo sottrarre i cittadini dal loro massimo compito. Oggi le Città Metropolitane e i Liberi Consorzi rappresentano una cerniera fondamentale tra Regione e territori. Anche per questo bisogna riformarne l’assetto.”