(ASI) "Come riporta l’atto di Sindacato Ispettivo n° 4-05388 publicato sul sito del Senato della Repubblica, la pandemia da COVID-19, causata dal nuovo virus SARS-CoV-2, ha portato allo sviluppo di una vasta gamma di test diagnostici fondati sulla metodica della RT-PCR, comunemente denominati "test molecolari”.
Sulla base di tale metodo il campione viene analizzato attraverso metodi molecolari di real-time RT-PCR (reverse transcription-polymerase chain reaction) per l'amplificazione dei geni virali maggiormente espressi durante l’infezione. Tali test diagnostici presentano delle problematiche in termini di affidabilità, in quanto il loro risultato è basato sul numero di cicli (replicazioni) che vengono impiegati per rilevare il virus. Diversi recenti studi scientifici hanno proposto una limitazione della soglia dei cicli (ct) non maggiore di 30. In particolare, in un articolo pubblicato sul "Clinical infectious diseases (IDSA)", una delle riviste più note nel campo delle malattie infettive e della microbiologia, è stato riportato che con cicli superiori a 25 i pazienti non possono essere ritenuti contagiosi. Con l'amplificazione del numero dei cicli il risultato diventa incerto, segnalando tracce di RNA virale ormai residuali e inattive, trattandosi di presenza di virus talmente debole da non essere più infettivo. Nel dicembre 2020 l’Oms ha rilevato la PCR così come era utilizzata non poteva essere ritenuta attendibile in quanto si generavano troppi falsi positivi. In virtù di ciò ha chiesto un giro di vite sull’uso indiscriminato dei tamponi agli asintomatici, infatti, basta ricordare che il 25 giugno l’Oms ha cambiato i protocolli sui tamponi ed ha statuito l’inutilità sugli asintomatici. 'Lo screening di massa agli asintomatici non è una strategia raccomandata, a causa dei costi significativi e della mancanza di dati sulla sua efficacia operativa, dice l’Oms. Tutti gli Stati aderenti dovranno ora adeguarsi. La Germania ha recepito la direttiva dell’Oms ed è stato il primo Stato ad aver dichiarato che d’ora in avanti, per misurare il gradiente di gravità del Covid, si riferirà ai ricoveri in terapia intensiva. Non sembra invece di questo avviso il nostro settore sanitario, infatti da un risultato su un tampone naso-faringeo pervenuto alla nostra attenzione si evince che le ASL utilizzano nel test molecolare un valore di riferimento maggiore a 40 cicli. Come ha sempre spiegato Fabio Franchi, infettivologo, Il test di riferimento (tampone-PCR) non è mai stato validato e non è mai stato standardizzato, cioè viene usato in modo diverso nei diversi laboratori, con kit differenti che spesso non vanno d’accordo tra loro e spesso neanche con sé stessi. E non è stata neppure dimostrata alcuna correlazione causale tra la positività del tampone e la polmonite interstiziale, non solo secondo i postulati di Koch, ma pure in base a quelli di Evans, Mill e Bradford Hill. Più semplicemente, la positività del tampone non è necessaria né sufficiente per avere la malattia. Appare sempre più evidente che tutto riconduca alla volontà di continuare a sostenere la narrazione di questa falsa pandemia al fine di continuare a mantenere vivo il ciclo vaccinale: terza, quarta, quinta dose e chissà quante altre." Lo dichiara in esclusiva con una nota il Coordinatore Nazionale dell’Organizzazione Politica Italia nel Cuore (MIC), Mauro Tiboni.
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