(ASI) Ponte sullo Stretto: “Tutto cambia perché niente cambi”. Il presidente di Conftrasporto-Confcommercio Paolo Uggè, sintetizza l’adagio di Tomasi di Lampedusa nel Gattopardo per descrivere la ‘storia infinita’ dell’opera. E aggiunge: “Giovannini è il nuovo principe di Salina”.
Tra le dichiarazioni del ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili Enrico Giovanni – rese in audizione alle Commissioni riunite Ambiente e Trasporti della Camera, alla luce dei risultati del gruppo di lavoro incaricato di valutare l’attraversamento stabile dello Stretto - Uggè rileva che il progetto presentato oltre 10 anni fa non sarebbe fattibile. “Si ricomincia daccapo. A una campata, a più campate e via dicendo”, sottolinea.
"Apprezziamo l’intento di migliorare gli aspetti che dovrebbero velocizzare l'attraversamento dello Stretto di Messina, con la gestione unitaria e integrata dei servizi di mobilità passeggeri sullo Stretto, e che vengano messe a sistema le norme applicabili alle diverse tipologie di
servizi coinvolti – precisa Uggè - Definire degli incentivi per i collegamenti merci e passeggeri nel quadro della continuità territoriale è senz’altro una buona prospettiva, come lo è il fatto che c’è un crono programma stringente. La buona notizia è che se ne parli, quella cattiva è che si continui (solo) a parlarne. E intanto sul Ponte siamo ancora a ‘carissimo amico’”.
“Non voglio entrare nel merito dei dettagli tecnici, quelli competono agli ingegneri, ma registro l’ennesima intenzione di procedere con la redazione di un (altro) progetto di fattibilità e andare, successivamente, a un dibattito pubblico – afferma Uggè – Non vorrei che fosse l’ennesimo tentativo di prendere tempo perché tutto rimanga com’è”.
“Finalmente abbiamo la notizia che l’opera è un’esigenza per il popolo siciliano, ci sono profonde motivazioni per un collegamento stabile – commenta sarcastico il presidente di Conftrasporto – Un’esigenza già assodata nel passato: che fosse un collegamento necessario l’avevano detto decenni fa prima l’Italia e poi l’Europa. Successivamente qualcuno aveva pensato di bloccare tutto”.
“Da allora di acqua sotto il ponte che non c’è ne è passata e adesso ‘quel’ progetto è diventato vecchio. Si ricomincia daccapo, si ipotizzano gruppi di lavoro dedicati con esperti e rappresentanti dei ministeri coinvolti e, anche se si parla di obiettivi da raggiungere entro il 2022 e 2023, ricordo quante volte ci è sembrato di toccare con un dito quel progetto, e quante volte è sfumato”, conclude amaro il presidente di Conftrasporto.