(ASI) Roma - “Non è ancora noto se gli operatori della Polizia penitenziaria coinvolti nel ‘caso’ di Santa Maria Capua Vetere siano tutti responsabili allo stesso modo. Quando verranno provate le imputazioni, sarà quello il momento delle sanzioni adeguate al ruolo svolto da ciascuno. Sbaglia, al contrario, chi dà per scontate le accuse per pregiudizio ideologico e chi arriva a delegittimare l’intero Corpo di Polizia penitenziaria cercando il consenso dalla parte più oltranzista della società. Crediamo che la situazione di questo carcere fosse da tempo esplosiva e sottovalutata da chi avrebbe avuto il compito istituzionale di verificare e controllare. L’auspicio è che sia fatta piena luce su quanto avvenuto, senza pregiudizi, e che riceva le giuste sanzioni solo chi si è macchiato effettivamente di gesti sconsiderati e eccessivi”.
Così il deputato della Lega Jacopo Morrone durante il proprio intervento in seguito all’informativa del ministro alla Giustizia Marta Cartabia.
“L’invito è quello di considerare la situazione nel suo insieme sollecitando soluzioni ai problemi prioritari collegati all’amministrazione penitenziaria: il sovraffollamento delle carceri, che si potrebbe disinnescare con un piano per l’edilizia penitenziaria ma anche con la riorganizzazione e riattivazione di strutture esistenti; una riforma del Corpo di Polizia penitenziaria; il ripristino di condizioni di sicurezza negli Istituti superando la cosiddetta ‘sorveglianza dinamica’ e il regime delle ‘celle aperte’ che non ha dato i risultati sperati, provocando, al contrario, l’aumento di aggressioni, violenze, minacce, colluttazioni e la presenza in cella di cellulari e coltelli”, aggiunge Morrone.
“Le violente rivolte dei detenuti che misero a ferro e fuoco decine di Istituti carcerari dal 7 al 9 marzo 2020 furono sottostimate, allora si sarebbe dovuta sospendere la vigilanza dinamica e dichiarare un’emergenza carceri insieme a quella sanitaria, per bloccare la possibile escalation delle rivolte probabilmente strumentali e organizzate dalle organizzazioni criminali dall’esterno. E’ in questo quadro che si devono leggere l’inderogabile necessità di una riforma del Corpo, tema di quattro proposte di legge della Lega, e il grave ‘caso’ del carcere di Santa Maria Capua Vetere, che non vogliamo sottostimare ma capire”, conclude.
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