(ASI) Roma - In Europa, per molte categorie di cittadini vi sono ancora ostacoli ad un pieno inserimento nel mercato del lavoro. Per rimuoverli, crediamo che sia essenziale, come prima cosa, rafforzare le competenze dei lavoratori, di ogni età, provenienza, genere, per promuovere un’ampia ed equilibrata distribuzione del lavoro connesso alle nuove tecnologie, attraverso percorsi di apprendimento permanente”.
Lo ha detto oggi il ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Andrea Orlando, intervenendo a Lubiana alla prima riunione informale dei ministri del Lavoro sotto la presidenza slovena del Consiglio Ue.
“L’Italia - ha sottolineato il ministro - si è dunque dotata di strumenti per supportare gli adulti nella costruzione e certificazione di nuovi percorsi di upskilling e reskilling ed uno specifico Piano Strategico Nazionale per le competenze per la popolazione adulta è in corso di approvazione.
Per una maggiore inclusione delle donne nel mondo del lavoro si deve intervenire sull’equilibrio fra vita lavorativa e vita privata, su una più equa distribuzione del lavoro di cura non pagato, sul potenziamento degli studi STEM, sugli incentivi fiscali alle assunzioni, sulla presenza femminile nei Consigli di Amministrazione. Su tutti questi fronti, il nostro Paese è già intervenuto con normative ad hoc e con una recente strategia nazionale sulla parità di genere, e - da ultimo - ha anche previsto che le aziende che accederanno ai fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza – PNRR riservino adeguati spazi alle donne, nonché ai giovani: una vera e propria condizionalità.
Particolare attenzione va anche riservata ai lavoratori non più giovani. Importanti in questo ambito sono le misure dirette a favorire la staffetta intergenerazionale fra i lavoratori giovani e i meno giovani, come pure tutte le misure volte ad incentivare, anche dal punto di vista fiscale, l’assunzione degli over 50.
L’Italia intende stimolare anche il ricorso all’age management nelle imprese, per una migliore gestione dei dipendenti in base alla loro età, con un focus sulla flessibilità nell’organizzazione del lavoro, sulla tutela e promozione della salute, sul re-impiego in differenti mansioni. Ciò anche sulla base di leggi già vigenti ed in linea con le recenti Conclusioni del Consiglio sull'integrazione dell'invecchiamento nelle politiche pubbliche.
Condividiamo la strategia per i diritti delle persone con disabilità 2021-2030 e gli obiettivi delle recenti Conclusioni del Consiglio, nonché la proposta di introdurre nel nuovo quadro di valutazione sociale l’indicatore sul divario nei livelli di occupazione tra persone con e senza disabilità. In Italia il differenziale di occupazione è comunque fra i più bassi in Europa, anche grazie ad una legislazione aggiornata di recente”.
“Una speciale attenzione - ha ricordato in conclusione il Ministro del Lavoro - va anche dedicata alle persone LGBTIQ. In Italia, i riflessi sulla sfera lavorativa sono garantiti dal 2015 dalla legge sulle unioni civili. Inoltre, nella prospettiva di stimolare il diversity management nelle imprese, con finanziamenti europei è stata condotta un’indagine sulle misure che sono state realizzate dalle imprese con almeno 50 dipendenti dell’industria e dei servizi.
Va anche ricordato, al riguardo, che l’Italia ha lanciato già nel 2009 la sua Diversity Charter, ed è presente sulla Piattaforma Europea a cui partecipano molte imprese, per sviluppare una gestione delle risorse umane che sia inclusiva e libera da discriminazioni e pregiudizi.
Da segnalare, inoltre, come in alcuni settori, anche in ragione dell’automatizzazione e dell’informatizzazione dei processi produttivi, assistiamo ad un indebolimento delle tutele dal punto di vista della sicurezza e della qualità del lavoro. Vi è dunque la necessità di ripristinarle, attraverso un rafforzato dialogo sociale, per impedire la “marginalizzazione” dei lavoratori coinvolti. Al riguardo, in Italia è stato da poco adottato un protocollo sulla sicurezza per i lavoratori delle consegne a domicilio”.