(ASI) “L'esigenza fondamentale è fermare la tragedia della denatalità in Italia e l'assegno unico non lo fa. Dà solo una mancetta alle famiglie, non risolve nulla dal punto di vista sostanziale. L'unico modo per far ripartire la maternità è finanziarla".
E' questo il parere, espresso all'Adnkronos, di Mario Adinolfi, presidente nazionale del Popolo della Famiglia, dopo il via libera definitivo dall'Aula del Senato al ddl sull'assegno unico per i figli. Adinolfi non nasconde preoccupazione: "Se l'assegno unico è la risposta del Governo alla tragedia della denatalità, purtroppo dobbiamo affermare che questo pannicello caldo - perché di questo si tratta - non risolverà, anzi è possibile che vedremo aggravarsi la situazione nel nostro Paese. Noi proponiamo da tempo - continua Adinolfi - il reddito di maternità, ovvero puntare sul riconoscimento lavorativo della funzione della madre. Questo significa riconoscere un diritto in più alla donna, che possa scegliere anche il lavoro domestico come impegno in cui espletare la propria femminilità prevedendo il pagamento di uno stipendio di 1.000 euro al mese per i primi 8 anni di vita di ogni figlio. Il nostro provvedimento, peraltro, avrebbe un costo inferiore rispetto alla spesa dell'assegno unico. Questo è l'unico modo per far ripartire la maternità in Italia". Zannini (PdF Veneto): “In un Paese votato all’estinzione, dove fin troppo spesso la donna viene denigrata nel suo fondamentale quanto insostituibile ruolo materno, il Popolo della Famiglia già il 9 novembre 2018 ha depositato presso la Corte suprema di Cassazione le oltre 50.000 firme raccolte per la proposta di legge di iniziativa popolare Reddito di Maternità. Prendiamo atto che pur avendo una soluzione attuabile ed efficace già a disposizione, il Governo non ha avuto nemmeno stavolta il coraggio di prendere sul serio il drammatico problema della denatalità”.