Tiboni (MIC): “In Europa siamo stati il pollo da spennare: l’Italia ha già dato, usciremo e saranno loro a pagare"
tiboni41(ASI) Solo oggi, a distanza di vent’anni, ci rendiamo conto che quell’Italia fiorente degli anni 90’, non era altro che il succulento pollo da spennare che serviva all’Europa. Abbagliati dall’utopia di appartenere ad un progetto di libertà e prosperità, abbiamo digerito la favola del "lavoreremo un giorno di meno guadagnando come se lavorassimo un giorno di più”.
La moneta euro adottata come baluardo di salvezza si è rivelata sin da subito una vera e propria maledizione. Molti eminenti economisti lo sostengono a voce alta, ricordiamo Giulio Sapelli che disse “l’Euro è una pazzia non esiste nella storia dell’umanità una moneta creata prima dello Stato”. Nel 1991 il Corriere della Sera riportava che l’Italia era la quarta potenza mondiale e nel 1995 riferiva che grazie alla Lira la bilancia dei pagamenti (che registra importazioni ed esportazioni) non era mai andata cosi bene. Prima dell’entrata nell’Eurogruppo la nostra bilancia commerciale esponeva numeri senza precedenti, il Made in Italy volava a dispetto della Germania, i cui dati non erano mai scesi così in basso. La potenza dell’export Italiano surclassava le economie di tutti i paesi europei. Il 1 ottobre dell 1996 Chirac su Repubblica dichiarava: "serve una moneta unica per controllare la Lira.
A distanza di anni possiamo ormai affermare con certezza che lo Stato Europeo non è mai esistito, ma esiste solamente l’egemonia finanziaria “privata”, che regola i flussi finanziari di Francia e Germania. Berlino ha consapevolmente gestito la globalizzazione nel suo unico ed esclusivo interesse. Alla Germania serviva un euro deprezzato (aspetto che sfugge a molti) per raggiungere quel surplus economico nei confronti di tutti gli altri Stati (tranne che dalla Russia da cui compra l’energia). Aspetto che puntualmente si è verificato. Un disegno ben pianificato che poteva essere attuato solo ed esclusivamente con un’Italia dentro la moneta unica, proprio perché questa era debole. Non dimentichiamo che nel maggio del 2012 l’ex Ministro del Finanze Vincenzo Visco (esponente del Partito democratico) dichiarò a Stefano Feltri che un'Italia fuori dall’euro (visto il suo apparato industriale) faceva paura a molti. In primis Francia e Germania, le quali temevano le nostre esportazioni prezzate in lire. 
Questo che riteniamo essere stato un vero e proprio disegno criminale, ha trovato il pieno sostegno dei nostri governanti, i quali non hanno fatto altro che demolire il nostro intero apparato industriale. In capo a tutti Romano Prodi che oltre ad aver partecipato in prima persona alla nascita dell'euro, prima come presidente del Consiglio e poi come presidente della Commissione Europea,ha svenduto (da presidente dell’IRI) il patrimonio economico italiano a società private. Un personaggio che non ha di certo fatto gli interessi del Paese e, che venne per i suoi servigi insignito della legion d’onore dal presidente della repubblica Francese. Non possiamo infine non rammentare che nel 2012 Giorgio Napolitano 'vetero-comunista', attuò un vero e proprio 'golpe' all'insaputa del Popolo italiano. Venne introdotto il cosiddetto 'fiscal compact' (sostenuto delle forze politiche di allora PD, PDL e TERZO POLO) che unitamente all’abolizione dell’art. 81 della carta Costituzionale resero permanenti le misure di austerità, trascinando lItalia in un baratro ancora più profondo. 
Possiamo ormai affermare con certezza che l’Italia è stata completamente svenduta per consolidare quel processo globalistico che non ha portato altro che degrado, miseria e precarietà. I vent’anni di appartenenza a questa Europa ci dicono che non siamo stati altro che il pollo da spennare. L’Italia ha già dato, usciremo e saranno loro a pagareLo dichiara il Coordinatore Nazionale dell’Organizzazione Politica Italia nel Cuore (MIC)
 
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