Al di là dei comparti direttamente colpiti dalla pandemia, l’emergenza sanitaria ha infatti condizionato negativamente l’intero sistema produttivo
(ASI) Roma – “Dopo aver ricevuto segnalazioni riguardo la situazione di difficoltà in cui versano i titolari e i lavoratori di agenzie pubblicitarie e in generale le agenzie che si occupano di conduzione di campagne di marketing e altri servizi pubblicitari, inserite nel codice ATECO 77 11 01, mi faccio portavoce dei rappresentanti del settore sottolineando che anche con il decreto-legge n. 137 del 2020 (A.C. 2828) approvato - che reca un complesso di disposizioni volte principalmente a sostenere i settori economici più colpiti dall'aggravamento dall'emergenza sanitaria da COVID-19, e che ha abrogato i decreti-legge Ristori bis, ter e quater (decreti 149, 154 e 157 del 2020), inglobandone i contenuti - che prevede l'estensione dei codici Ateco ad alcune categorie che beneficeranno delle nuove risorse stanziate, il settore sopraindicato è stato, ancora una volta, dimenticato. Prima i Dpcm, poi i decreti Ristori, che in qualche misura hanno teso la mano alle categorie colpite dagli stop all'attività nell’intero territorio italiano, hanno escluso nuovamente i lavoratori del marketing e di altri servizi pubblicitari, non considerando che la pandemia ha colpito, e continua a colpire, senza tener conto dei codici ATECO. Al di là dei comparti direttamente colpiti dalla pandemia, l’emergenza sanitaria ha infatti condizionato negativamente l’intero sistema produttivo. Per questo bisognerebbe estendere il perimetro degli interventi anche ad altri settori che hanno visto una diminuzione del loro volume d’affari come conseguenza delle restrizioni imposte e della riduzione delle attività di numerose realtà economiche e imprenditoriali. Un esempio sono infatti gli investimenti pubblicitari, che hanno subito importanti contrazioni: molte campagne sono state cancellate, altre ripensate per un futuro riposizionamento, che è ancora incerto. Una contrazione che ha influito negativamente sul lavoro delle agenzie che di pubblicità e marketing si occupano, mettendo così in grave crisi non solo singoli imprenditori e lavoratori del settore, ma intere famiglie. Si potrebbe rimediare velocemente al problema, considerando che lo stesso decreto prevede che in qualsiasi momento i Ministeri dell’Economia e dello Sviluppo Economico possano ampliare la platea dei beneficiari. E quindi emanare un nuovo decreto che possa correggere la svista, rimediando alle mancanze verso alcuni settori quali, appunto, quello delle Agenzie e dei lavoratori inseriti nel codice ATECO 77 11 01” - Così Nino Carmine Cafasso, Presidente AIS (Associazione Imprese di Servizi), Giuslavorista e Consulente del Lavoro.
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