(ASI) Riaperture scaglionate per alcune attività, export, cantieri e commercio all'ingrosso, per i negozi al dettaglio dal 18 maggio, per bar, ristoranti e parrucchieri dal 1 giugno, danni ingenti e poche aspettative di chi attende di riaprire ormai da quasi due mesi di inattività, e con l'incognita di non sapere come pagare imposte e tasse posticipate dai decreti governativi o affitti rimasti indietro.
Per i lavoratori italiani beneficiari degli assegni di cassa integrazione CIG1,ordinaria e straordinaria, legati all’emergenza Covid-19, è prevista una perdita netta in busta paga del 36%. Un lavoratore rimasto a casa per effetto delle disposizioni di lockdown riceverà un assegno medio di 851 euro, inferiore di ben 472 euro rispetto alla propria retribuzione netta che mediamente è di 1.324 euro al mese (Stime elaborate dall'Osservatorio Statistico Consulenti del Lavoro). E mentre il meccanismo del DL Liquidità si sta mettendo in moto, con una progressione esponenziale delle domande per prestiti fino a 25.000,00 euro con garanzia dello Stato e una riapertura vertiginosa di tante filiali delle banche convenzionate,vengono erogati e accreditati i primi finanziamenti con un preammortamento di 24 mesi ad un tasso dell'1,25 %. Imprese e contribuenti ridotti alla fame si domandano che cosa li aspetta nel breve orizzonte temporale, potranno pagare le tasse, i tributi e gli affitti sospesi? E con il bonus dei 600 euro potranno far fronte alle immediate necessità alimentari delle loro famiglie? L'emergenza sanitaria e finanziaria rendono il popolo delle partite IVA fatto di imprenditori e professionisti , vulnerabile e, i programmi di sostegno poco significativi, visto che tutto quello che viene erogato non è sufficiente a coprire neppure in minima parte la mancanza di liquidità post lochdown e successiva alla riapertura, con i rigidi protocolli anti-contagio da adottare. I danni subiti dal popolo delle partite IVA per la crisi da Covid-19 , blocco costato svariati miliardi, potrebbe portare ad una perdita del 15% di PIL, e il rinvio delle riaperture far danni per 80 miliardi di euro, questo è il quadro ipotizzato da economisti pessimisti o talmente conforme alla realtà da spaventare a tal punto che molte imprese stanno chiudendo la partita IVA? Sono d'accordo pienamente con chi ha asserito che lo Stato deve agire come in un periodo postbellico, ed elargire altre misure a fondo perduto e per prestiti a tasso zero, siamo di fronte ad una terza guerra mondiale, una guerra con tanti morti e feriti nell'anima,una guerra con postumi di povertà e desolazione!
"Non si può tornare subito alla normalità ma si deve tornare a sopravvivere con dignità"
Cristina Caterina Rendina - Agenzia Stampa Italia