(ASI) Italia - Questa immane tragedia del Coronavirus che sta lasciando una lunga scia di morti ed effetti negativi sulla nostra economia reale che si prevedono pressoché catastrofici, ha messo alla luce tutte le crepe e le contraddizioni di politiche europeiste dissennate, senza freni fatte di privatizzazioni, tagli, soprattutto in settori nevralgici, con chiusura di ospedali pubblici e riduzione di risorse indispensabili per la qualità della vita del cittadino. 
Anche questa volta, con l'emergenza, l'Unione Europea ha brillato per la sua assenza invece di aiutare l'Italia in difficoltà. Inoltre dagli altri partner europei arrivano solo ostacoli alla nostra azione di tutela della salute del cittadino e di difesa della vita dei più deboli.
 
In primis manca una azione di prevenzione comune fra gli stati Europei sia dentro, sia ai margini dell'Unione Europea. 

Mentre i nostri medici e infermieri stanno lottando come leoni, nonostante le limitate risorse dovute ai tagli, per strappare alla morte persone deboli, altri Stati come la Gran Bretagna, dapprima annuncia che adotterà la controversa strategia della immunità di gregge. In pratica non attueranno alcuna prevenzione al virus, dunque lasceranno che il Covid19 si propaghi per poi far diventare le comunità immune.  Si corre il rischio che una volta passata l'emergenza da noi, possano tornare nuovi contaggi in Italia provenienti dall'estero. Poi, però nel Regno Unito ci ripensanoe stangieranno 350 miliardi di sterline per contrastare il virus.
 
Anche all'interno dell'Unione Europea le scelte fra i Paesi su come affrontare l'emergenza non è univoca e il tutto viene lasciato alle decisioni dei governi nazionali che dimostrano di essere ancora il principale baluardo per la difesa del cittadino. 
 
Dunque, una volta sanificato il territorio nazionale dal virus, sarà probabilmente necessario mantenere dei controlli alle frontiere per prevenire il ritorno del morbo in Italia.
 
Tra l'altro, c'ė da dire che anche quando l'emergenza riguardava solo l'Italia, dalle liberal - democrazie europee sono arrivati solo ostacoli, veti e chiusure delle frontiere, mentre solo il regime socialista cinese ha aiutato concretamente con materiale sanitario e medici, e, addirittura, la Germania ha annunciato il blocco di materiale sanitario diretto verso l'Italia.
 
Non possiamo di certo dimenticare le dichiarazioni della francese Christine Lagarde, neo Presidentessa della Banca Centrale Europea al posto dell'Italiano Mario Draghi, che ha scaricato e affossato l'Italia in preda al virus, causando il peggior ribasso di sempre nella storia della borsa Valori di Milano, affermazioni che non possono essere state dette senza pensarci e senza essere prima ben pesate da una persona dell'esperienza della Lagarde che non solo ha ricoperto incarichi ministeriali in Francia, ma che è stata Direttrice Operativa del Fondo Monetario Internazionale fino a settembre del 2019.  Intervento talmente negativo della Lagarde che ha provocato finanche l'intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che si è scagliato contro i vertici della BCE.
 
Sono di certo indicativi dei danni provocati dall'Unione Europea alla ricchezza della Nazione italiana i diversi tenori dei provvedimenti governativi per affrontare l'emergenza Coronavirus delle tre maggiori economie dell'Unione, cioè Germania, Francia e Italia. 
 
 Mentre, la tedesca Merkel e il Francese Macron hanno annunciato di immettere nell'economia reale del mercato interno dei loro Stati rispettivamente ben 550 e 300 miliardi di euro, il Presidente del Consiglio Italiano Giuseppe Conte ha promesso alle imprese e ai cittadini italiani solo la misera cifra di 25 miliardi, anche a causa delle scellerate norme sul pareggio del bilancio pubblico che sono state approvate negli ultimi anni da governi tecnici mai votati dal popolo (appoggiati in Parlamento dai Partiti liberaldemocratici soprattutto di centrosinistra, ma anche di centrodestra in alcuni casi) e che mettono delle pesanti limitazioni alle deroghe, sempre a causa del recepimento delle direttive europee da parte di esecutivi completamente assoggettati ai poteri finanziari forti dell'Europa, senza alcuna coscienza dell'interesse nazionale.
 
I mali di questo sistema globale costruito su nessuna base solida, ma solo su teorie economiche e ideali internazionalisti, sono ormai davanti agli occhi di tutti, a tal punto che gran parte degli anti sovranisti hanno fatto "mea culpa" e hanno capito la negatività di una Unione Europea disumana fondata solo sulla finanza e sulla moneta unica, dove  non ha alcun valore il benessere del cittadino e dove sono solo un lontano ricordo i diritti soggettivi inalienabili delle persone, ridotte ad essere considerate solo come consumatori e matricole.
 
Anche la libera circolazione di beni, persone e capitali che esiste dal 1992, da ben dieci anni prima dell'entrata della moneta unica dell'Euro, di fatto è limitata da questa emergenza che non si sa quando finirà e quali conseguenze effettive avrà sull'Italia e sul popolo italiano.
 
É evidente che davanti la prima grave difficoltà, la globalizzazione mondialista si sta sciogliendo come una statua di cera e solo lo Stato Nazione resta come unica certezza per le imprese, le famiglie e i cittadini italiani che davanti a una pandemia mondiale temono leggittimamente per il loro  futuro. 
 
In questo contesto, l'Unione Europea e l'Euro appaiono solo come fardelli opprimenti e inutili che limitano gli interessi nazionali e lo sviluppo economico e sociale dell'Italia. Anche gli accordi e le modalità di circolazione di beni, persone e capitali devono essere necessariamente ridiscussi con i singoli Stati nazionali attualmente facenti parte dell'Unione.
 
Pertanto, considerando che lo Stato Italiano deve ora impiegare tutte le sue risorse monetarie per il benessere dei suoi cittadini, per la creazione di nuovi ospedali, per finanziare le imprese danneggiate dalla crisi causata dall'emergenza sanitaria, per aiutare le famiglie economicamente colpite dalla conseguente perdita dei posti di lavoro, per riconvertire il sistema economico del paese in base alle nuove esigenze della Nazione Italiana, ci facciamo i promotori a livello nazionale di un referendum per uscire dall'Unione Europea, dalla moneta comune Euro tornando a stampare la moneta nazionale, e per la rinazionalizzazione della Banca d'Italia che detiene la terza riserva aurea del mondo dopo gli Stati Uniti e la Germania, al fine di porre rimedio ai danni causati dalle scellerate politiche filo Europee e permettere all'Italia di tornare a volare indipendente e sovrana fra le prime potenze economiche al mondo. 
 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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