(ASI) Roma – La vendemmia è in pieno svolgimento e le cantine italiane sono pronte ad accogliere i 46 milioni di ettolitri che entreranno nelle prossime settimane. “Occorre però considerare le scorte già presenti nelle cantine”.
Lo afferma il presidente Comagri, Filippo Gallinella, che aggiunge: “in base ai dati aggiornati al 15 settembre 2019 del Registro Telematico dell’Icqrf (Ispettorato Centrale della tutela della Qualità e Repressione Frodi dei prodotti agroalimentari), le scorte negli stabilimenti enologici italiani ammontano a oltre 38 milioni di ettolitri di vino e circa 3,4 milioni di quintali di mosti. Circa il 59 per cento del vino in Italia è fisicamente detenuto nelle regioni del Nord e in Veneto è presente un quarto del vino nazionale: le sole province di Verona e Treviso detengono il 19 per cento del vino nazionale, mentre Centro e Sud detengono il 16 per cento ciascuno e le Isole il 7 per cento. Oltre il 51 per cento del vino detenuto è a Denominazione d'origine, con prevalenza del rosso (circa 59 per cento) e il 25,2 per cento del vino è Igp, anche qui con prevalenza del rosso (oltre il 59 per cento), mentre i vini varietali detenuti costituiscono appena l’1,7 per cento del totale: il restante 22 per cento circa è costituito da vini da tavola e quelli derivanti da agricoltura biologica rappresentano circa il 6 per cento del totale detenuto. Per ciò che concerne l’Umbria, i vini Dop presenti sono oltre 217mila hl, mentre Igp oltre 168 mila ettolitri e i vini varietali oltre 38mila ettolitri, per un totale di 424mila hl. Per quanto riguarda la giacenza dei vini in Umbria, invece, abbiamo i Dop con 217mila hl, altri vini con oltre 168mila hl e i vini varietali con 36mila hl circa. Come per il vino, la gran parte dei mosti italiani è detenuto nelle regioni del nord (55 per cento), anche se la prima regione detentrice di mosti è la Puglia (26 per cento) e a seguire l’Emilia Romagna (25 per cento). In Umbria, agli oltre 6mila ettolitri di mosti si aggiungono gli oltre 3,5mila hl di vino nuovo ancora in fermentazione. I dati ci indicano quindi che vi è una crescita significativa del prodotto imbottigliato e i produttori segnalano qualche timore: occorrono pertanto maggiori sforzi per rafforzare il lato commerciale e promozionale, in modo che non si venga a creare un calo delle quotazioni dei vini” – conclude Gallinella.
*Foto di repertorio