Bisogna ripartire da un rapporto più stretto con il territorio e proprio i nostri amministratori locali possono fare la differenza in questa “battaglia”». – Toti? - «Siamo entrati tutti in Forza Italia per Berlusconi, non certo per Toti. Se Giovanni se ne va ce ne faremo una ragione. Il soggetto politico di Angelino Alfano, allora ministro, era più strutturato eppure si è perso in poco tempo. Credo che Toti stia calcando lo stesso sentiero. Le critiche possono anche essere corrette – continua il consigliere Bordoni intervenendo sul quotidiano Il Giornale - Ma è scorretto evitare il confronto. Se le cose non vanno si deve lottare dentro il partito per cambiarlo. Non uscirne. I nostri tesserati a chiedono maggiore partecipazione. Mi sembra giusto andare in questa direzione. Anche da noi, qui a Roma, a marzo abbiamo fatto il congresso che mi ha eletto coordinatore con oltre il 70 per cento dei consensi. - Il futuro del partito? - «Innanzitutto bisogna ricompattare l’alleanza con Salvini e la Meloni sul piano nazionale. Tanto più che la crisi di governo è sempre più probabile. A Roma, poi, la Lega ha le mani libere e ho già chiesto a loro e a Fratelli d’Italia di tornare a confrontarci. Il tempo stringe. Se si ritorna a votare per le politiche – conclude Bordoni - è molto probabile che anche la Regione sia portata ad anticipare il voto visto che Zingaretti, in qualità di segretario del Pd, sarà portato a candidarsi in Parlamento».