(ASI) Anche nei peggiori momenti di crisi, come l'attuale, in Italia solidarietà e pluralismno religioso non sono stati mai messi in discussione. Del resto lo Stato italiano già nella Costituzione (art.8) riconosce il diritto a chiunque di professare il proprio credo. Ma, la Costituzione (art.7) recita anche che " lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani". Ma la sovranità viene meno quando uno dei due non rispetta il patto e interferisce nelle questioni dell'altro.
La communis opinio, cioè la percezione della gente è che, oggi più che mai, ci siano troppe "invasioni di campo", e non certo da parte dello Stato. D'altronde la sovranità dello Stato è espressione del popolo, che con procedure democratiche (elezioni) ne orienta il Governo e la sua linea politica. Il 26 maggio quanto mai chiara è risultata la volontà della stragrande maggioranza degli italiani (cattolici compresi) di porre un definitivo argine all'accoglienza indiscriminata e all'immigrazione illegale. Le forze politiche italiane cominciano a prendere atto della mutata situazione. Perché da parte di certe confessioni ed associazioni religiose non si fa altrettanto e ci si ostina a non guardare in faccia la realtà? La critica è rivolta in particolare a certi esponenti della Chiesa cattolica (quelli che qualcuno ha battezzato "partito dei vescovi"), che non perdono occasione per contestare la linea del Governo in materia di contenimento dell'immigrazione. Da Bucarest in questo ore Jorge Bergoglio (papa Francesco), se da un lato ha correttamente denunciato il "dilagante potere dei centri dell'alta finanza", dall'altro è tornato sulla necessità di una politica dell'accoglienza, parlando di "senso dilagante di paura spesso fomentato ad arte". Questo è un altro segno del distacco dei vertici della Chiesa dal comune sentire e dal Paese reale. Specialmente dopo gli esiti elettorali, che non potrebbero essere più eloquenti. Questi alti prelati sono solo utopisti fuori della realtà? O c'è dell'altro? Certamente sconcertano l'insensibilità e l'incomprensione verso la drammatica situazione economica e lo stato di sofferenza di larghe fasce della popolazione italiana. Più condivisibile e proficuo sarebbe invece un atteggiamento della Chiesa a sostegno delle attuali politiche sociali dello Stato.E sulla immigrazione.