Troppo spesso e amaramemnte commentato ...lo stato dovrebbe impegnarsi e intervenire nel sistema economico per creare possibilità di lavoro per tutti i citttadini: è appunto lo Stato Sociale.
È una realtà importante. Contribuisce con forza a definire l'identità di una persona ma nessuna persona debba essere identificata col proprio ruolo, risotta alla propria mansione.la personalità umana è talmente ricca e complessa che nn deve essere compresa nella sola dimensione lavorativa. Il lavoro è una occasione di creatività, dedizione, responsabilità, utilità sociale, amore verso il prossimo... uno strumentoprezioso al servizio dell'autorealizzazione dell'individuo.
Oggi però nonè così, il mondo del lavoro è dominato dall'oppressione. La catena di montaggio, la burocratizzazione e l'autoritarismo sono sistemi organizativi disumani e incettabili. In nome de rpofitto si continuano a sacrificare molte vite umane mortificandone energie e competenze. Il lavoratore ha diritto e dignità e rispetto, valori che vengono giornalmente negletti.
Oggi il mondo odierno per far fronte alla sfida internazionale costituita dalla mondializzazione dei mercati impone alle aziende la produzione di beni e servizi ad alto valore aggiunto. Necessitano lavoratori altamente qualificati. L'italia del capitaliscmo familiare sovvenzionato coi soldi dei contribuenti, delle piccole aziende dirette dal “ padroncino”diretivi spesso spicci od obsoleti, deve aprire gli occhi, pena l'esclusione dai mercati internazionali. Le aziende devono capire che la risorsa più importante di cui dispongono sono le persone che vi lavorano. Il lavoro è si fatica ma anche benessere. Tra loro vi è un legame ben definito. Una volta si diceva che “ si lavroa per vivere, per sbarcare il luanario”.
Oggi è più attuale che mai purtroppo. Viviamo grazie al lavoro che ci aiuta at rovare benessere e anche soddisfazioni. Attenzione e responsabilità sono alla base di tutto. Per alcuni il lavoro è “fonte di vita” ma non deve lenire i diritti di ogni essere umano, una connqueista tutt'altro che realizzata. I diritti di milioni di persone a vivere in libertà e in sicurezza vengono disattesi e scherniti, i bambini vengono sfruttati per i più inverecondi commerci, i vecchi emarginati, i poveri discriminati, le donne private della possibilità di condurre un'esistenza secondo la propria autonoma determinazione. Per non parlare dei diritti al lavoro, all'istruzione, alla salute, alla privatezza, a vivere in un ecosistema non degradato. Il detto di Rousseau, contenuto nel Contratto sociale: "L'uomo è nato libero ma dovunque è in catene" è purtroppo ancora attuale. I diritti, proclamati sulla carta, tardano ad essere applicati.
Necessita una rivoluzione culturale, la volontà di considerare il lavoro in modo diverso, non una condanna, ma un gioco, serio e impegnativo, ma soprattutto creativo, dove ciascuno possa investire la propria personalità. Non più la cultura ad oltranza del posto fisso, cui accedere per diritto, senza avere magari nessun requisito , ma maggiori flessibilità e impegno, maggiore volontà di raggiungere dei risultati, di porsi al servizio di individui e comunità, in modo non “ servile” ma intelligente e utile.Un capitalismo molto più simile a quello tedesco o giapponese che a quello americano. Fatto di efficienza e di impegno sì, ma anche di garanzie.