(ASI) All’interno della collana “Gaddiana” del Dipartimento di Studi Italianistici dell’Università di Pisa spicca l’antologia “I Littoriali del Lavoro e altri scritti giornalistici” a cura di Manuela Bertone.
Tale raccolta comprende 10 testi che risalgono al periodo compreso fra il 1932 e il 1941: sono interventi giornalistici per vari periodici ma soprattutto non sono mai stati ripresi a stampa dopo la prima pubblicazione. Si tratta comunque di articoli noti agli specialisti che hanno prestato attenzione a Gadda pubblicista negli anni Trenta e Quaranta, anni importanti politicamente parlando.
Come i pezzi giornalistici coevi, anche “L’Adalgisa” e “Quer pasticciaccio brutto de via Merulana” riflettono dei clichés diffusi nella pubblicistica di regime.
Gadda, poi, si adegua per l’occasione alle indicazioni di percorso proposte/imposte dall’autorità, peraltro senza smettere di seguire un suo sentiero di elaborazione intellettuale e di scrittura parallelo alle linee “di propaganda”.
Politicamente parlando, Gadda si presenta anzitutto come un ex combattente il cui attaccamento alla patria si appoggia alle contingenze del momento; a regime finito, però, la sua condanna del Fascismo somiglia al suo elogio.
In questa raccolta si affrontano varie tematiche – dall’accessibilità di una rivista, che dunque deve avere come requisiti l’analisi e la sintesi, ai nuovi edifici nella Città del Vaticano – ma la parte più importante è riservata all’Impero italiano nell’Africa Orientale il quale occupa tre articoli, mentre la disquisizione sugli armamenti di alcuni Stati (Francia, Inghilterra, Germania e Italia) è affrontata in due soltanto, così come lo studio della Sicilia rurale e la cd. “colonizzazione del latifondo”.
I Littoriali del lavoro, invece, stanno nell’ultimo articolo e stabiliscono l’importanza di quest’ultimo; viene descritto lo svolgimento dei medesimi, i quali hanno il compito di predisporre il lavoro del domani.
G. R. - Agenzia Stampa Italia