(ASI) Si trascina faticosamente la trattativa per formare il nuovo governo. Lo stallo permane e i protagonisti fanno di tutto per ingarbugliare ancora di più la matassa che ha prodotto il Rosatellum, l’infelice, illegittima e sciagurata legge elettorale.                                                                                                                                 

Ho scritto, circa un mese fa, che l’unica maggioranza possibile, per durare tutta la legislatura, era quella uscita dalle urne indicata con forza dagli elettori: Movimento 5 Stelle e Lega. Ho scritto anche che poiché Salvini è il rappresentate del centrodestra nella cui coalizione (elettorale), oltre alla Lega ci sono due partiti Fratelli d’Italia e Forza Italia, per non lasciare fuori dalla maggioranza i due alleati, il segretario della Lega, obtorto collo e come estrema ratio, avrebbe potuto coinvolgere la Meloni e Berlusconi, chiedendo loro, però, di non entrare nel governo, ma di limitarsi ad un appoggio esterno. Mi sembrava, allora, l’unica possibilità che avrebbe evitato lo stallo che dura ormai da più di un mese e mezzo. D’altronde non c’erano alternative, considerando che i 5 Stelle non intendono assolutamente avere rapporti con Silvio Berlusconi. Questa intransigenza, manifestata in tutte le occasioni, istituzionali e non, da Luigi Di Maio, più d’uno l’ha pure criticata. E invece mi pare sia stata corretta e del tutto comprensibile. Nessuno vuole accantonare e non tenere conto dei milioni di elettori che hanno votato Forza Italia, ma essi erano a conoscenza della situazione - intendo quella giudiziaria - di Berlusconi. Quindi sapevano del rischio che correvano votando un partito in cui non c’è un segretario ma il padrone assoluto, che è un condannato “delinquente naturale”, come lo ha definito in una sentenza la Corte di Cassazione. E mi sembra del tutto legittimo che un movimento come i 5 Stelle che sono nati all’insegna del cambiamento non vogliano collaborare con Berlusconi. Questo è il passato, venerdì 20 aprile, le cose sono precipitate. Dopo la conclusione, senza apparenti risultati, dell’incarico esplorativo affidato alla presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, e i due giorni di riflessione che si è preso il presidente Mattarella, è sceso in campo (ancora una volta!) Silvio Berlusconi. Prima insultando in maniera pesante chi ha votato i 5 Stelle e poi dicendo che i grillini, lui, nelle sue aziende, li prenderebbe “per pulire i cessi”. Parole che non si addicono ad un uomo che vorrebbe essere delle istituzioni. Come se non bastasse è arrivata, dalla Corte d’Assise di Palermo, la sentenza di primo grado sulla famosa trattativa Stato-mafia e le condanna, tra gli altri, dell’ex senatore, e fondatore, con Berlusconi, di Forza Italia, Marcello Dell’Utri, già in carcere per scontare 7 anni per “concorso esterno in associazione mafiosa”, a 12 anni per “minaccia a corpo politico dello Stato”. Due motivi in più perché anche l’appoggio esterno di Forza Italia ad un governo 5Stelle –Lega, esca definitivamente dalle ipotesi possibili. Ora, in attesa delle decisione del presidente Mattarella, che si sapranno lunedì, sarebbe logico e opportuno immaginare, e sperare, che anche Matteo Salvini si renda finalmente conto che è bene abbandonare al suo destino Silvio Berlusconi. Toglierebbe il principale ostacolo ad un accordo e ad un governo con Di Maio.                                                              Intanto sarebbe bene che qualcuno si ricordasse anche che il Parlamento, uscito dalla vergognosa legge elettorale il 4 marzo scorso, è incompleto. Finora, infatti, il Senato, che doveva essere di 320 membri, attualmente è di 319, ne manca uno, spetta al M5 Stelle, non assegnato in Sicilia perché erano stati già eletti tutti i candidati. Un seggio in meno modifica la maggioranza, rende il Senato zoppo e non è in grado di operare correttamente sotto il profilo costituzionale.

Fortunato Vinci – Agenzia Stampa Italia

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