(ASI) “ Ormai siamo giunti a quella che si può tranquillamente definire una vera propria emergenza di carattere nazionale per quanto concerne le aggressioni e gli attentati nei confronti degli uomini e delle donne delle forze dell’ordine” questo il grido d’allarme della Consap, sindacato maggiormente rappresentativo della Polizia di Stato.
E’ diventato un vero e proprio bollettino di guerra quotidiano – dichiara Giancarlo Vitelli, dirigente sindacale Consap con incarico di responsabile per la sicurezza e tutela dei servizi di Polizia nei trasporti pubblici -.
Colleghi che quotidianamente vengono pestati, insultati, feriti, il più delle volte in maniera grave. Ultima aggressione, soltanto in ordine di tempo, la feroce aggressione ad opera di una banda di minorenni avvenuta su un treno regionale sulla tratta Viareggio-Pisa-Firenze, che ha visto tre agenti della Polizia ferroviaria letteralmente massacrati da questi criminali in erba. Due poliziotti purtroppo sono stati anche sottoposti ad intervento chirurgico per limitare le conseguenze delle gravi lesioni riportate”
“Una situazione che definirei preoccupante - incalza il segretario nazionale, Stefano Spagnoli - in ordine alla sicurezza in generale e, in particolare dei passeggeri e del personale di Polizia operante a bordo dei convogli ferroviari ma soltanto ferroviari considerato che le aggressioni sugli autobus sono altrettanto sistematiche ed efferate.
Sono fortemente convinto che la deriva criminale nel nostro paese sia assolutamente sottovalutata dalla politica che invece avrebbe l’obbligo di garantire la sicurezza ai cittadini ed agli uomini ed alle donne che rappresentano lo Stato – continua Spagnoli – Gli attentati degli ultimi giorni nei confronti di una stazione dei Carabinieri e di un Commissariato della Polizia di Stato ne sono la conferma.
Ormai è evidente che la consapevolezza dei delinquenti di rimanere impuniti o comunque di non subire conseguenze detentive effettive in Italia li ha resi più pericolosi ed efferati ed ha tolto loro ogni possibile remora nel porre in essere azioni delittuose
Lo stesso “Igor” catturato in Spagna sembra abbia dato disponibilità all’estradizione nel nostro paese sicuramente non lo ha fatto perché vuole pagare il conto dei suoi delitti in Italia dove ha seminato terrore e dolore ma, probabilmente, soltanto perché sa bene che, già nel 2010, la nostra giustizia lo aveva trattato con i guanti facendolo uscire dal carcere quasi due anni prima del suo fine pena e che quindi, tra sconti e falle del nostro sistema giudiziario, la possibilità di tornare libero presto, magari evadendo durante un permesso premio, è molto più concreta di quanto lo sarebbe nel paese iberico.
Sicuramente questo stato di cose in tema di sicurezza – conclude Spagnoli - non è più sostenibile e necessita di risposte urgenti ed efficaci prima che sia troppo tardi".