(ASI) Le parole di cordoglio o le attestazioni di solidarietà nei confronti delle donne vittime di violenza non bastano più. I fatti riportati dalla cronaca, non ultima la barbara uccisione di una quindicenne nel foggiano nella giornata di ieri, uno dei tanti raccapriccianti casi avvenuti nelle ultime settimane in Italia, devono imporre al legislatore di passare dalle sole buone intenzioni ai fatti.
Non serve una disamina particolarmente approfondita per capire che le donne soggette a violenza, nel momento in cui sporgono denuncia, divengono ancor più a rischio. Ed è proprio quello il momento in cui deve essere data loro maggiore tutela. Si individuino gli strumenti opportuni, si stabiliscano modalità affidabili, non escludendo, nei casi più gravi, l'utilizzo del braccialetto elettronico. È d'obbligo fermare per tempo chi lede l'altrui libertà, e ancor di più quando le vittime sono soggetti deboli. Anche la scuola ha il dovere di fare la propria parte, insegnando ai giovani le regole che stanno alla base della società civile, a partire dal rispetto nei confronti del prossimo". Lo dice l'onorevole Vincenza Labriola di Forza Italia.