(ASI) Roma - “Va assecondato in ogni modo il tentativo che si sta compiendo alla Camera di trovare un accordo su di una messa a punto del sistema elettorale per assicurare almeno, e il più possibile, l’omogeneità della composizione delle due Camere”.
Lo scrive la ministra per i Rapporti con il Parlamento, Anna Finocchiaro, sul suo blog pubblicato da Huffington Post.
La ministra ricorda che “la Corte Costituzionale, in numerose pronunce, ha affermato che le leggi elettorali sono ‘costituzionalmente necessarie, in quanto indispensabili per assicurare il funzionamento e la continuità degli organi costituzionali’”. Ma la Corte – aggiunge Finocchiaro – ha anche auspicato, nella sentenza del 2016 sull’Italicum, l’introduzione per i due rami del Parlamento di sistemi elettorali che non ostacolino “la formazione di maggioranze parlamentari omogenee”.
“Il sistema elettorale che residua dalle sentenze della Corte è in grado di assicurare questa omogeneità? Sappiamo che non lo è – risponde Finocchiaro – perché è il risultato degli interventi della Corte su due leggi elettorali diverse per logiche, ispirazioni e impostazioni”.
“Ciò significa che, all’esito delle elezioni, potremmo trovarci di fronte a una situazione d’ingovernabilità. Un problema molto serio che potrebbe addirittura portare a dovere tornare ancora alle urne, come è accaduto in altri Paesi europei, in una campagna elettorale infinita che bloccherebbe le decisioni politiche e l’attività del Parlamento”.
La ministra sottolinea come tale esito comprometterebbe anche un “interesse ‘materiale per il Paese, i cittadini, le imprese. E sarebbe grave – aggiunge – che proprio mentre l’Italia comincia a uscire faticosamente dalla crisi economica, da quella della produzione, e anche da quella occupazionale, mentre riacquista, anche grazie agli ultimi governi, credibilità e autorevolezza a livello europeo ed internazionale, mentre ancora gravano problemi complessi e difficili da risolvere, si decidesse che l’unico obiettivo delle forze politiche è quello di conquistarsi una rappresentanza in Parlamento, e poi succeda quello che succeda”.
Da qui l’auspicio a trovare un accordo su una nuova legge elettorale: “Si tratta di un dovere e di una responsabilità rispetto al Paese – conclude Finocchiaro – dunque rispetto a ‘quell’altro da sé’ che dovrebbe essere la ragione prima dell’impegno delle forze politiche”.