(ASI) Roma - È morto a Roma all’età di 84 anni Stefano Rodotà, giurista, politico, accademico italiano, e primo Garante della Privacy. Lascia la moglie Carla e due figli.
Era nato a Cosenza, nel 1933, da una famiglia originaria di San Benedetto Ullano, discende da una famiglia che ha annoverato, fra il XVII e il XVIII secolo, intellettuali e religiosi. Era infatti, fratello dell'ingegnere Antonio Rodotà ed il padre della giornalista Maria Laura Rodotà, editorialista del Corriere della Sera.
Ha frequentato il liceo classico Bernardino Telesio e successivamente si era trasferito a Roma dove si era iscritto alla facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Roma “La Sapienza” dove si era laureato nel ’55 discutendo una tesi assegnata dal Prof. Emilio Betti. Dopo la laurea entrò a far parte della squadra di assistenti di Rosario Nicolò, che fu il suo maestro. Nel 1975-76 ha ricevuto una borsa di studio Fulbright presso la Università di Stanford.
Ha insegnato nelle università di Macerata, Genova e Roma, dove è stato professore ordinario di diritto civile e dove gli è stato conferito il titolo di professore emerito.
Ha insegnato in molte università europee, negli Stati Uniti d'America, in America Latina, Canada, Australia e India. È stato professore invitato presso l'All Souls College di Oxford e la Stanford School of Law. Ha insegnato presso la facoltà di giurisprudenza dell'Università Paris 1 Panthéon-Sorbonne e ha collaborato con il Collège de France. Ha ricevuto la laurea honoris causa dall'Università Michel de Montaigne Bordeaux 3 e dall'Università degli Studi di Macerata. È presidente del consiglio d'amministrazione dell'International University College of Turin.
Dopo essere stato iscritto al Partito Radicale di Mario Pannunzio, rifiuta nel 1976 e nel 1979 la candidatura nel Partito Radicale di Marco Pannella. È eletto deputato nel 1979 come indipendente nelle liste del Partito Comunista Italiano, diventando membro della Commissione Affari Costituzionali. Nel 1983 viene rieletto e diventa presidente del gruppo parlamentare della Sinistra Indipendente.
Deputato per la terza volta nel 1987, viene confermato nella commissione Affari Costituzionali e fa parte della prima Commissione bicamerale per le riforme istituzionali. Nel 1989 è nominato Ministro della Giustizia nel governo ombra creato dal PCI di Achille Occhetto e successivamente, dopo il XX Congresso del partito comunista e la svolta della Bolognina, aderisce al Partito Democratico della Sinistra, del quale sarà il primo presidente del Consiglio nazionale,[4] carica che ricoprirà fino al 1992.
Nell'aprile del 1992 torna alla Camera dei deputati tra le file del PDS, viene eletto vicepresidente e fa parte della nuova Commissione Bicamerale.
Nel maggio del 1992 in qualità di vicepresidente della Camera sostituisce il presidente Oscar Luigi Scalfaro alla presidenza del Parlamento convocato in seduta comune per l'elezione del presidente della Repubblica: Scalfaro, che prevedeva l'elezione al Quirinale, aveva infatti preferito lasciare lo scranno della presidenza. Nel 1994, al termine della legislatura durata solo due anni, Rodotà decide però di non ricandidarsi, preferendo tornare all'insegnamento universitario.
Nel 2007 partecipa a una Commissione Ministeriale istituita al fine di dettare una nuova più moderna normativa del Codice Civile in materia di beni pubblici.
Dal 1983 al 1994 è stato membro dell'Assemblea Parlamentare del Consiglio d'Europa. Sempre in sede europea partecipa alla scrittura della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea.
Dal 1997 al 2005 è stato il primo Garante per la protezione dei dati personali, mentre dal 1998 al 2002 ha presieduto il gruppo di coordinamento dei Garanti per il diritto alla riservatezza dell'Unione europea. È stato inoltre componente del gruppo europeo per l'etica delle scienze e delle nuove tecnologie e presidente della commissione scientifica dell'Agenzia europea dei diritti fondamentali.
Rodotà nel 2013 è stato candidato non eletto per l'elezione del Presidente della Repubblica Italiana . È stato votato dal Movimento 5 Stelle (che lo ha proposto dopo una votazione in rete tra i suoi iscritti), da Sinistra Ecologia Libertà e da alcuni parlamentari del Partito Democratico che, alla fine, hanno preferito altre figure, facendo rieleggere il presidente uscente, Giorgio Napolitano.
Nel 2008 gli è stata conferita la cittadinanza onoraria dalla città di Rossano.
Dal mondo della politica arrivano i primi messaggi di cordoglio:
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella: "le alte doti morali e l'impegno di giurista insigne, di docente universitario, di parlamentare appassionato e di prestigio e di rigoroso garante della Privacy. La sua lunga militanza civile al servizio della collettività è stata sempre contrassegnata dalla affermazione della promozione dei diritti e della tutela dei più deboli".
Il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni: "Ricordo Stefano Rodotà grande giurista, intellettuale di rango, straordinario parlamentare. Una vita di battaglie per la libertà”.
Il presidente del Senato Pietro Grasso: "Ha dato moltissimo al nostro Paese. Ho avuto tante volte l'occasione di incontrarlo e confrontarmi sul tema dei diritti, a lui particolarmente caro e al quale ha dedicato decenni di impegno: ne ricordo l'intelligenza vivace e la straordinaria capacità di affrontare con linguaggio semplice temi profondamente complessi. Ci mancherà".
Il Presidente della Camera, Laura Boldrini: “I diritti come bussola della politica. Stefano Rodotà è stato uno straordinario giurista che ha saputo allargare l'area delle libertà vecchie e nuove. Negli anni Settanta, nell'Italia che ancora doveva fare conquiste di laicità. Negli anni Novanta, quando si cominciava a scoprire il significato del diritto alla riservatezza. E oggi, nell'età digitale, quando Stefano Rodotà ci ha aiutato a capire che in rete l'assenza delle regole non vuol dire libertà, ma predominio del più forte. Per questo avevo voluto che fosse lui - studioso del web di prestigio mondiale - a coordinare il lavoro della Commissione per i diritti e i doveri in Internet istituita in questa legislatura a Montecitorio. Aveva assolto all'incarico con lo stesso competente entusiasmo che lo spingeva ancora ad incontrare e ad affascinare tanti giovani, in giro per il paese. Sarà molto difficile fare a meno della sua cultura e della sua passione civile”.
Fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Stefano_Rodot%C3%A0
Edoardo Desiderio – Agenzia Stampa Italia