(ASI) ''Leggiamo oggi sul Corriere della Sera una lettera datata 3 settembre 2010 con la quale i pm del caso Ruby raccomandavano alla polizia giudiziaria di non trascrivere conversazioni di parlamentari 'che abbiano a essere indirettamente captate'. Con questa lettera la Procura di Milano diventa di fatto 'rea confessa' per la violazione della Costituzione, della legge e della consolidata giurisprudenza della Corte Costituzionale''.
Lo afferma in una nota Gaetano Quagliariello, vicecapogruppo del PdL al Senato. ''Preoccupandosi per l'eventuale trascrizione di conversazioni di parlamentari 'indirettamente captate', i pm di Milano mostrano di essere perfettamente consapevoli che le utenze intercettate nel caso Ruby erano interessate da contatti di natura non casuale con membri del Parlamento. Nonostante cio' - osserva Quagliariello -, lungi dal sospendere l'attivita' di intercettazione per richiedere la necessaria autorizzazione al Parlamento, la Procura ha continuato per mesi a intercettare tali utenze, e ha proceduto a una massiccia e invasiva attivita' di acquisizione e incrocio di tabulati telefonici. Mai avremmo pensato - conclude - che i pm sarebbero arrivati a confermare nero su bianco i nostri peggiori sospetti!''.