(ASI) La calendarizzazione della mozione dellItalia dei Valori, che si oppone alla decisione del governo di autorizzare i bombardamenti, è un grande occasione per tutte le opposizioni. Il tre maggio, quando si voterà la mozione, avremo lopportunità di verificare se la maggioranza cè ancora o, come sembra, si è liquefatta.
Ci auguriamo che le opposizioni siano compatte e non si dividano. Lo afferma il presidente del gruppo Idv alla Camera Massimo Donadi.
Vi riportiamo il testo integrale della mozione Idv calendarizzata alla Camera per il 3 maggio 2011
premesso che: l'intero bacino mediterraneo è investito da una crisi politica, sociale ed economica sfociata in rivolte a carattere violento;
contro i regimi autoritari dei Paesi arabi infatti, si sono verificati significativi moti popolari che, accesisi in Algeria, si sono tumultuosamente estesi in Tunisia e in Egitto, con la conseguente caduta e fuga del presidente Ben Alì e del presidente Mubarak, in Bahrein, nello Yemen, in Siria;
anche in Libia si sono verificate significative sollevazioni contro il regime del colonnello Gheddafi, ma in questo Paese la crisi risulta essere molto più grave; dal 15 febbraio 2011, infatti, la ribellione popolare e le risposte del regime, sono sfociate in vera e propria guerra civile;
il Consiglio di Sicurezza dellOnu, in conseguenza della feroce repressione delle proteste in Libia, ha adottato allunanimità, lo scorso 27 febbraio, la risoluzione 1970/2011 con ladozione di misure contro Muammar Gheddafi e i suoi sodali: il blocco di tutti i loro beni all'estero, il divieto di viaggio e l'embargo di vendita di armi;
tuttavia, la situazione è costantemente precipitata e la violenta reazione militare delle forze governative libiche, attraverso ripetuti bombardamenti dellaviazione sulla popolazione civile, ha scosso la comunità internazionale che solo a questo punto, tra ritardi e indecisioni, si è mossa alla ricerca di una soluzione con la convocazione di riunione dei ministri degli Esteri del G8 a Parigi, imperniata soprattutto sull'imposizione di una No fly-zone sulla Libia;
il 17 marzo 2011 il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha approvato unaltra risoluzione, la 1973/2011, con il voto favorevole di 10 Paesi: Francia, Gran Bretagna, Usa, Bosnia, Gabon, Nigeria, Sudafrica, Portogallo, Colombia e Libano e lastensione di Russia, Cina, Germania, Brasile e India; la risoluzione ha autorizzato l'applicazione di una No fly zone sulla Libia e acconsentito alla messa in campo di tutti i mezzi necessari per proteggere i civili dalle forze del leader libico Muammar Gheddafi;
le commissioni Esteri e Difesa di Camera e Senato hanno approvato il 18 marzo la risoluzione che dà mandato al governo ad agire in base alla risoluzione dell'Onu sulla Libia; la suddetta risoluzione ha autorizzato il governo a mettere in campo le misure necessarie a proteggere i civili e la concessione dell'uso delle basi militari in territorio italiano, in piena adesione alla risoluzione 1973 dell'Onu sulla Libia;
come è noto, a seguito di quanto sopra esposto è scattata loperazione Odissey Dawn (odissea all'alba), cui partecipano al momento Francia, Gran Bretagna, Stati Uniti, Italia e Canada;
con il passare del tempo, la comunità internazionale impegnata in questa operazione si è resa conto dellimpasse che si è determinata in quella regione anche in ragione del fatto che è stato escluso, giustamente, qualsiasi intervento di occupazione terrestre da parte di truppe straniere;
il nostro governo ha espresso, in tale contesto, di volta in volta posizioni diverse su come agire e che tipo di presenza garantire per consentire il passaggio della Libia verso istituzioni democratiche;
è di pochi giorni fa, infatti, una dichiarazione del ministro degli affari esteri Frattini il quale ha affermato che quella in atto è "una situazione difficile sul terreno ed ecco perché occorre andare fino in fondo. Esclusa l'azione di terra, o colpiamo con singole azioni aeree i carri armati di Gheddafi o lasciamo consapevolmente e volontariamente uccidere civili a centinaia e a migliaia. Per questo non possiamo tirarci indietro la nostra leale collaborazione con gli alleati porterà un contributo decisivo";
in tal modo, dunque, il Governo con propria iniziativa ha deciso di ampliare la natura stessa della risoluzione di maggioranza approvata lo scorso 24 marzo alla Camera dei deputati travalicando i limiti della stessa verso un deciso coinvolgimento militare;
non è accettabile che si possa pensare di bombardare un Paese senza prima passare attraverso un voto parlamentare e una discussione pubblica in modo che tutti i cittadini possano conoscere le ragioni relative agli annunciati bombardamenti intelligenti, ancorché riferiti a obiettivi mirati che come è noto già in passato hanno causato anche tante morti di civili in altri e drammatici scenari di guerra;
ritenuto, inoltre,
che un voto parlamentare, alla luce della gravissima lacerazione politica interna alla maggioranza, si rende necessario anche allo scopo di verificare se il Governo disponga ancora di una propria maggioranza in politica estera,
impegna il Governo: a limitare la natura e lestensione della presenza italiana nella missione deliberata dalla risoluzione 1973/2011 dellOnu nei limiti previsti dalla stessa, escludendo esplicitamente la partecipazione attiva del nostro Paese ai bombardamenti mirati contro obiettivi militari sul suolo libico.
Di Pietro Donadi Evangelisti Di Stanislao Borghesi Orlando Leoluca
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