(ASI) Roma – Il confronto tra il Governo e i sindacati chiarirà entro la fine del mese di Ottobre alcuni aspetti sull’'APE, l’operazione previdenziale finanziaria concordata il 28 settembre che coinvolgerà Inps, banche, assicurazioni e imprese dando vita ad una maggiore flessibilità della Legge Fornero.
“Ci sono persone che hanno tre vitalizi. Io vorrei chiedere a questi di rinunciare, nel momento in cui io sto facendo fatica a trovare i fondi per le pensioni minime” è quanto ha dichiarato il Premier Matteo Renzi sulla questione pensioni.
L'impianto complessivo della Legge Fornero comunque non sarà messo in discussione, nello specifico l'età minima per il conseguimento della pensione di vecchiaia resterà fissata a 66 anni e 7 mesi per gli uomini e le lavoratrici del pubblico impiego, a 65 anni e 7 mesi per le lavoratrici del settore privato (66 anni ed un mese le autonome).
Per quanto riguarda l’APE ovvero il prestito bancario assicurato con rimborso ventennale inizialmente non ha trovato piena condivisione dai sindacati in primis con la Cgil che si è mostrata subito contraria all’APE in ogni sua forma e contenuto, ma il confronto con le parti sociali prosegue cercando di trovare alcune modifiche e di semplificare l’uscita dei lavoratori permettendo l’ingresso da parte dei giovani nel mondo del lavoro.
Possono usufruire inizialmente dell’APE i nati tra il 1951 e il 1953 che possono richiedere di anticipare l’età pensionabile, rinunciando ogni mese a una percentuale dell’assegno grazie a prestiti bancari attraverso l’Inps, che poi dovranno essere rimborsati in rate.
Le misure dell’operazione dedicata all’APE sono state riassunte in cinque pagine per le quali il ministro del Lavoro Giuliano Poletti ha annunciato 6 miliardi di euro in tre anni, senza specificare però l’ammontare economico per finanziare tale provvedimento.
In definitiva l'operazione riguarderà i lavoratori del settore privato e anche quelli del pubblico impiego nati dal 1951 al 1955.
I lavoratori che a gennaio avranno maturato requisiti per accedere all’APE potranno scegliere una Rendita integrativa temporanea anticipata beneficiando di una tassazione agevolata (tra il 15% e il 9%)
Oltre all’APE arriva un provvedimento per aumentare la quattordicesima che se la vedrà aumentata di circa il 30%, mentre chi non ce l’ha ce l’avrà. Non sono, invece, previsti interventi diretti sulle pensioni minime dirette a chi non ha lavorato o comunque non ha versato contributi.
L'APE non è dunque l’unico strumento di flessibilità sul quale Governo e sindacati stanno cercando un'intesa. Misure specifiche potrebbero riguardare i lavoratori precoci, gli usurati (cave, miniere, torbiere, catene di montaggio, ecc.) e quelli con storie contributive ripartite tra più gestioni pensionistiche (per i quali il governo si è impegnato a consentire il cumulo gratuito dei periodi assicurativi senza vincoli di contribuzione minima alla singola gestione).
Edoardo Desiderio – Agenzia Stampa Italia