Giustizia: "Appello per l’Amnistia contro il sovraffollamento e la disumanizzazione delle carceri"

 

(ASI) Si è tenuta presso la Sala Stampa della Camera dei Deputati, su iniziativa dell’On. Alessia Ambrosi, la conferenza dal titolo “Umanizzare le Carceri, come farlo. Proposte per il Ministro della Giustizia Nordio”.

Sono intervenuti, oltre all’On. Ambrosi; Gianfranco Fini, già Presidente della Camera; Donato Santoro, Avvocato Penalista; Vincenzo Scotti, già ministro e sottosegretario della Repubblica; Piero Sansonetti, direttore de “L’Unità”. La moderazione è stata affidata a Fabio Torriero, Direttore de “Lo Speciale”.

L’evento è stato un’importante occasione di confronto tra esperti, rappresentanti politici e istituzionali sulle principali sfide e criticità del sistema penitenziario.

“L’umanizzazione delle condizioni di vita e di lavoro nelle carceri non è più rinviabile. È un dovere costituzionale e morale che tocca valori fondamentali come giustizia, dignità e umanità. Non possiamo ignorare i fatti di cronaca e il grido di aiuto che proviene da detenuti e agenti penitenziari. Dobbiamo lavorare insieme, unendo le nostre idee, per rispettare i principi del nostro ordinamento giuridico e offrire risposte che siano nell’interesse della collettività” - È quanto ha affermato l’On. Alessia Ambrosi, che ha raccolto indistintamente le varie proposte pervenute ponendo l’accento sulla assoluta necessità di migliorare le condizioni carcerarie in attuazione all’articolo 27 comma 3 della costituzione e in ottemperanza all’articolo 15 della legge 354 /75 ed elogiando i provvedimenti del governo sul potenziamento degli organici di polizia penitenziaria e l’istituzione del commissario straordinario dell’edilizia penitenziaria.

“Chi si occupa di queste questioni è visto come un anomalo. Le carceri sono un tema scomodo, che scompare dal dibattito pubblico, ma le questioni reali restano. Non possiamo continuare a etichettare i detenuti, in particolare gli stranieri, come una minaccia per la società. È una narrativa tossica che alimenta divisioni e impedisce soluzioni concrete. Il carcere deve essere un luogo di recupero, ma spesso si limita a essere una discarica sociale per chi non ha voce e strumenti per difendersi. La politica deve affrontare il problema in modo serio e strutturale” - Così Vincenzo Scotti, già Ministro degli Interni.

“Dal 1990 il Parlamento non emana un atto di clemenza simile. È tempo di dare un segnale di civiltà. Un’amnistia ridurrebbe immediatamente il sovraffollamento di 23.000 detenuti, permettendo di avviare una vera riforma del sistema penitenziario. Queste persone non devono stare in carcere. Ci vogliono strutture dedicate per garantire loro un percorso di cura e reinserimento sociale” - Ha affermato l’Avvocato penalista, Donato Santoro.

"Un detenuto costa 159 euro al giorno, pari a 57.000 euro all’anno. Questi fondi potrebbero essere investiti in programmi di riabilitazione e infrastrutture migliori. È una regola inumana e contraria alla Costituzione. Non si può tenere un detenuto in condizioni disumane e poi parlare di rieducazione. Recentemente, a un detenuto è stato negato il permesso di acquistare farina e lievito per prepararsi una pizza per Natale. Questo non è giustizia, è sadismo. La politica deve essere garantista e difendere i diritti di tutti, anche dei propri esponenti accusati ingiustamente. Non possiamo accettare un sistema che umilia le persone e le priva della loro dignità. Un detenuto non perde la sua umanità. La gerarchia umana è uguale per tutti, indipendentemente dai reati commessi” - È quanto ha affermato il Direttore de "L’Unità", Piero Sansonetti.

“Il carcere non può essere solo punizione, deve essere uno strumento di reintegrazione sociale. La dignità e la rieducazione sono principi fondamentali che devono guidare ogni riforma. Un atto di clemenza potrebbe segnare una svolta e sensibilizzare la società sull’importanza del recupero umano” - Ha concluso Padre Vittorio Trani, Cappellano del Regina Coeli.

“La realtà delle carceri italiane è drammatica, invivibile non solo per i detenuti ma anche per la polizia penitenziaria. L’articolo 27 della Costituzione parla chiaro: le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato” - È quanto ha dichiarato dal moderatore da Fabio Torriero, Direttore de “Lo Speciale”.

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