(ASI) Roma - Ancora ad oggi, non si conosce quale sarà la collocazione dei dipendenti della polizia provinciale in Umbria, che coinvolge 94 unità su Perugia e 15 su Terni, e il loro futuro lavorativo. Questa situazione precaria, che si trascina da lungo tempo, contribuisce ad alimentare il clima di preoccupazione dato dalle tante incertezze ancora presenti nell’iter di riordino istituzionale che non assicura, né i livelli occupazionali, né le professionalità acquisite, né tantomeno una semplificazione dell’azione amministrativa. “In questa regione – afferma la deputata M5S Tiziana Ciprini in Commissione Lavoro – le problematiche relative alla ridefinizione delle funzioni delle ex Province sono aggravate dagli effetti della legge di stabilità n.190, che è intervenuta creando un vero e proprio delirio istituzionale. Si rischia di produrre una grave dispersione del patrimonio di conoscenze e di professionalità costituito dai corpi di polizia provinciali, notoriamente impegnati nell'applicazione di numerose leggi statali e regionali in materia di tutela delle risorse naturali e nella lotta ai crimini ambientali, al fenomeno del maltrattamento degli animali e del bracconaggio. E’ per questo cheabbiamo presentato un’interrogazione al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione.La gravità della condizione – continua Ciprini – è da attribuire principalmente alle amministrazioni pubbliche che hanno inserito l'intero contingente di polizia provinciale sul portale della mobilità generale. A causa di un ‘corto circuito’ tra Provincia e Regione, il personale coinvolto di Perugia e Terni, corre il rischio della perdita del posto di lavoro. Chiediamo che il Governo intervenga al più presto con l'apertura di un tavolo di confronto tra Regione Umbria e tutte le istituzione locali, al fine di evitare la dequalificazione professionale o addirittura la frammentazione e la scomparsa del corpo di polizia provinciale. Inoltre – conclude Ciprini – invitiamo il Governo a rivedere i criteri per la mobilità dei dipendenti e, soprattutto, i parametri del collocamento d'imperio che costringerebbe gli agenti di polizia, anche donne, ad una mobilità extra regionale con conseguenze gravi sulle famiglie e sugli standard di tutela del territorio umbro”.