(ASI) Roma - "Il nascente Fondo unico di risoluzione delle crisi bancarie obbliga tutti gli istituti a intervenire nel salvataggio delle banche in difficoltà, togliendo loro liquidità che dovrebbe andare ad altri impieghi.
L'onere non pesa più sulle spalle di tutti i contribuenti? Non proprio. E lo capiamo anche dall'antipasto del decreto salva-banche appena emanato dal governo. In ogni caso, il Fondo interverrà solo dopo il meccanismo del bail-in che cancellerà di colpo i risparmi di centinaia di migliaia di piccoliinvestitori e clienti della banca". Lo denuncia con una nota il M5S Camera in merito alla ratifica sul Fondo di risoluzione unico.
"La stessa ratifica dice che lo Stato potrebbe dover intervenire se le risorse del Fondo dovessero non bastare - aggiungono - dunque il bail-out rimane, anche se mascherato. E poi si è verificato un grave problema procedurale: nonostante il provvedimento fosse stato assegnato alla Commissione Politiche Ue, il presidente Bordo non ha ritenuto indispensabilecalendarizzarlo. E' stato invece il M5S a insistere per farlo passare in commissione prima della discussione in aula. Ci chiediamo il motivo di questa fretta, in barba alle normali procedure parlamentari. E parliamo, peraltro, di un provvedimento arrivato appena stanotte alla Camera".
"Perché le quattro banche coinvolte nel decreto non sono state salvate come Tercas? Per tutelare i piccoli risparmiatori, il M5S darà sempre battaglia contro queste truffe e contro una politica asservita all'economia bancaria globale", chiude il Gruppo M5S a Montecitorio.