(ASI) "A giorni, alla Camera, discuteremo la legge di delegazione europea che contiene il recepimento della direttiva 2014/59/UE che, tra l'altro, introduce la procedura di 'bail in' ovvero il salvataggio delle banche attingendo anche a risorse interne e non più facendo ricorso esclusivamente ai fondi pubblici.
Tuttavia, per evitare di diffondere allarmismi ingiustificati, è bene precisare che i depositi della maggioranza degli italiani non saranno contribuiranno al salvataggio". A dirlo la deputata membro dell'ufficio di presidenza di Scelta Civica, Adriana Galgano che evidenzia come "nella direttiva già approvata al Senato e che sta per arrivare alla Camera, si stabilisce che non dovranno contribuire al salvataggio degli istituti in default i depositi sotto i 100mila euro".
"Nel nostro Paese questa forma di protezione esisteva già – fa notare la parlamentare – e proprio per questo l'Italia non aveva ancora ratificato la versione originaria della direttiva europea che prevedeva un limite di soli 25mila euro. Con il nuovo testo, in sostanza, si è estesa a livello comunitario la tutela prevista dal nostro ordinamento. E' bene sottolineare anche – continua Galgano – che, a dover contribuire al salvataggio degli istituti, dovranno essere in prima battuta gli azionisti e gli obbligazionisti meno assicurati e soltanto dopo i titolari dei depositi sopra i 100mila euro. Mentre, non vi parteciperanno affatto i possessori di obbligazioni garantite, pensioni e salari dei dipendenti".
"La ratio alla base del 'bail in' è quella di evitare che il fallimento degli istituti di credito, magari legato a gestioni 'allegre' delle risorse o a speculazioni importanti – affonda la deputata di SC - vada a pesare sulle tasche dei cittadini visto che, finora, era lo Stato a dover intervenire per ripianare i bilanci di realtà che sono in tutto e per tutto private. E' chiaro che la normativa comporterà anche la responsabilizzazione degli organi di governo degli stessi istituto di credito ma, soprattutto, della Banca d'Italia – afferma Galgano - che dovrà intervenire più velocemente che in passato per sanzionare le gestioni meno virtuose".
"Non possiamo continuare a considerare lo Stato come il salvagente che giustifica azioni insane e speculazioni azzardate, tanto poi c'è chi paga – chiude la parlamentare - Questa è la logica che ci ha portato ad affrontare una delle crisi più acute e longeve della storia e cui dobbiamo porre un freno. Ne va dell'equità intergenerazionale e del futuro che vogliamo garantire ai nostri giovani".
Redazione Agenzia Stampa Italia