Quell’Italia corrotta che non vogliamo più mantenere

(ASI) Pensavo che ci fosse un’Italia corrotta, ma che fosse un’eccezione, qualche mela marcia che la stagione di Mani Pulite aveva in qualche modo scoperto e perseguito.

Pensavo anche che il fenomeno fosse stato in qualche modo non proprio sconfitto però almeno contenuto in termini tollerabili. E invece no, ogniqualvolta che la magistratura indaga vengono fuori cose incredibili, inimmaginabili, che a fatica si stenta a credere che siano avvenute realmente. Ministri, deputati, senatori, governatori, assessori, sindaci, presidenti, per non considerare il ruolo importante della mafia, tutti coloro che in qualche modo vengono a contatto con il denaro pubblico ne fanno scempio, senza alcun limite, senza alcuna remora, senza temere non dico la coscienza, che non hanno, ma nemmeno il carcere. Anche perché sanno che in carcere non ci andranno mai se non per qualche giorno, quando scoppia lo scandalo, poi, dopo qualche settimana, tornano nelle loro ville sontuose, acquistate con i soldi della corruzione, fino a quando sciagurate leggi permissive (per forza le hanno fatto loro stessi o i loro compari) li restituiscono alla società cosiddetta  civile, ma con un know-how delinquenziale così eccellente non rimarranno senza far niente, potranno continuare a fare carriera politica e delinquenziale.

Che pacchia! Altro che paese delle meraviglie. Ma noi non possiamo continuare a indignarci e basta. Hanno superato ogni limite, bisogna in qualche modo reagire, non con la piazza che non interessa a nessuno, come si è visto negli ultimi giorni, prima le manganellate e poi pure gli insulti sprezzanti di Matteo Renzi. No, è ora di dire basta, non ce la facciamo più, non ce lo possiamo più permettere a mantenere tutti questi delinquenti. E’ giunto il momento di fare lo sciopero fiscale. E’ l’unica azione che avrà sicuramente qualche effetto. Tutti insieme, perché questa corruzione dilagante, pare che siano 140 miliardi di euro l’anno, sta portando il Paese al default. Se non lo ha già portato.   

 L’ultimo scandalo ( ma mentre scrivo chissà quanti altri delinquenti sono stati scoperti) è devastante, per la credibilità, ormai ampiamente sotto lo zero, della classe politica, ma anche, e direi soprattutto, per il nostro Paese. E’ così grave che mi auguro solo che gli inquirenti si siano sbagliati, oltre al fatto, naturalmente, che l’indagato è da ritenersi non colpevole fino a sentenza definitiva. Si tratta di Giulio Tremonti, l’ex ministro dell’Economia nei vari governi di Silvio Berlusconi. E’ accusato di corruzione dai Pm di Milano per un affare di Stato. N

el 2008  Finmeccanica, colosso statale che fa capo al ministero dell’Economia, ha intenzione di acquistare, per un prezzo senza precedenti: 5 miliardi e 20 milioni di dollari, la holding statunitense Drs che è un grande fornitori di tecnologie militari. Durante la trattativa Tremonti si dichiara contrario, ma improvvisamente cambia idea, quando Finmeccanica paga una consulenza di 2 milioni e 400 mila euro allo studio di tributaristi Vitali, Romagnoli, Picardi & associati che ha come socio fondatore proprio Tremonti. I magistrati inquirenti, che intanto hanno fatto partire la prima procedura di messa in stato d’accusa davanti al tribunale dei ministri, pensano anche che non si sia trattato di un fatto isolato ma che ci possano essere collegamenti con lo scandalo per il Mose di Venezia e l’intrigo fiscale Bell-Telecom. Dimenticavo di aggiungere che l’acquisizione della Drs è stato un disastro. Pensate quanti soldi ha dilapidato Finmeccanica; ed io povero azionista che ho pensato, in tempi non sospetti, di fare un investimento dei miei miseri risparmi acquistando azioni della holding. Solo questa operazione quanto è costata ai milioni di azionisti ? A noi che guardiano ogni giorno le quotazioni che oscillano di pochi centesimi, mentre altrove bruciano miliardi? Un Paese così che cosa ha di civile e di democratico? Non è possibile continuare con questo andazzo. Ci vuole lo sciopero fiscale fino a quando non venga fatta, con la procedura d’urgenza, che Renzi conosce a meraviglia e che applica tutti giorni, una modifica al codice penale con la pena, per i corrotti, di dieci anni da scontare in carcere, senza condizionale, attenuanti, patteggiamenti e arresti domiciliari, nonché la confisca di tutti i beni acquistati con i soldi che provengono da attività illecite. Fino a quando non viene promulgata una legge di questo genere, ci deve essere da parte di tutti noi il rifiuto categorico di pagare le imposte. E’ illegale? Forse sì, perché quello che fanno questi “signori” è legale?

Fortunato Vinci -  Agenzia Stampa Italia                                                             

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