Caccia con l'arco in Umbria. La presidente dell'Enpa, Rocchi: la Regione sorda alla sensibilità della stragrande maggioranza dei cittadini umbri

(ASI) La presidente nazionale dell' Enpa, Carla Rocchi, va giù duro contro la decisone della Regione Umbria di ampliare la caccia di "selezione" agli ungulati prevedendo anche l'uso dell'arco.

In particolare, critica l’ l'assessore umbro alla caccia, Fernanda Cecchini che secondo Rocchi non rappresenta le esperienze e lo stile di vita delle “oltre 795.500 persone - numero ben superiore al numero di tutti i cacciatori italiani messi insieme - che hanno letto, commentato, criticato o scritto alla Regione contro questa barbarie. Né, tantomeno, di quelle dei volontari che, proprio in estate, sono impegnati nel salvare migliaia di animali abbandonati, maltrattati, uccisi”. Secondo la presidente Enpa, le Regioni dovrebbero interpretare in maniera restrittiva la legge quadro 157/92 sulla caccia cogliendo “l'occasione di mostrarsi aggiornate e civili, andando incontro alla sensibilità degli italiani e rispettando appieno la nostre norme più moderne, specie quelle previste dalla legge 189/2004 contro il maltrattamento degli animali”. E precisa, in aggiunta, che la gestione faunistica è cosa ben diversa dalla caccia, e che l'art.19 della legge nazionale, non cita i cacciatori come parte in causa nel controllo faunistico. La Regione Umbria, a supporto della propria decisone, si era fatta forte di un parere positivo dell' Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca ambientale (ISPRA). Per Rocchi il parere ISPRA è “inspiegabilmente positivo” e, tuttavia, richiama l’assessore umbro Cecchini a rispettare tutti i pareri dell’Istituto, anche, per esempio, quelli sulla redazione dei calendari venatori. Per i quali, fin dal 2010, ISPRA ha inviato una guida alla stesura degli stessi finalizzata al proprio al rispetto della legge nazionale e delle direttive comunitarie. che è stata sempre del tutto disattesa dalla regione Umbria. O, anche, il parere dell’Istituto che suggerisce di impedire il prelievo venatorio di tutti gli anatidi entro il 20 gennaio, dei tordi e delle cesene entro il 10 gennaio e di cancellare dalla lista delle specie cacciabili quelle che classificate come SPEC2 e SPEC3, entrambe in situazioni di conservazione non favorevole e bisognose di interventi di tutela alla luce del dettato normativo comunitario. Rocchi, nel puntualizzare che “l’Enpa e la stragrande maggioranza dei cittadini italiani sono contro la caccia” tout-court, ritiene che questo sarebbe già un primo passo, sia pur parziale, verso “il rispetto di quella legalità e di quel parere scientifico ai quali l'assessore tiene così tanto”. Un ultima “frecciata” (è il caso di dirlo) Rocchi la lancia a Cecchini a proposito delle affermazioni di questa riguardo al paventato rischio di infrazione per non consentire la "caccia" con l'arco. Per Rocchi, infatti, in materia venatoria, altri e più stringenti temi interessano Bruxelles tra cui quelli relativi all'utilizzo dei richiami vivi ed alle illecite deroghe di caccia. Su tutte queste questioni, che si sono concluse grazie all'impegno delle associazioni animaliste e ambientaliste e al Governo in carica all'epoca, ricorda polemicamente Rocchi, è stata coinvolta anche la Regione Umbria.

Daniele Orlandi - Agenzia Stampa Italia

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