(ASI) Birrifici strozzati dalla pressione fiscale. E’ il rischio concreto che corrono 13 birrifici umbri, circa 500 in tutta Italia, 8 aziende industriali, due malterie con 15 impianti industriali distribuiti nella penisola.
La denuncia arriva dai deputati 5 Stelle della Commissione Agricoltura e della Commissione Finanze che hanno depositato una risoluzione e una interrogazione parlamentare con l’obiettivo di bloccare la terza tranche dell’aumento delle accise, prevista per gennaio 2015. Un escalation fiscale che ha registrato un aumento del 93% negli ultimi dieci anni e un aumento dell’aliquota pari al 30% negli ultimi 15 mesi.
“Il settore della birra rappresenta una fetta importante dell’industria alimentare umbra e italiana – sottolinea il deputato cinque stelle Filippo Gallinella – oltre ai grandi marchi conta numerosi piccoli birrifici artigianali e sta creando concrete opportunità imprenditoriali, soprattutto per i giovani. Continuare a vessare questo settore non porterà benefici per le casse dello stato e danneggerà gli imprenditori”. Dati alla mano a conferma.
Il dossier presentato da Assobirra al Governo, grazie al centro studi Ref ricerche, individua almeno cinque motivi per desistere dall’aumento: un gettito fiscale inferiore alle aspettative (116 milioni rispetto ai 177 previsti), crollo dei posti di lavoro pari a 2.400 unità tra filiera ed indotto di cui se ne potrebbero salvare 1.200 evitando la terza tranche d’aumento, perdita di potere concorrenziale verso i Paesi europei, aumento dei prezzi e penalizzazione per i consumatori.
“Sostentiamo con forza la battaglia di Assobirra in favore della filiera e del suo indotto – afferma il deputato 5 Stelle – L’impennata delle tasse strozza l’economia reale e mette in seria difficoltà i birrifici. L’aumento delle accise previsto per gennaio 2015 va bloccato”.
Redazione Agenzia Stampa Italia