(ASI) La lettera di Berlusconi per rilanciare il Centrodestra ha aperto il dibattito anche nell'UDC, vi riportiamo alcuni interventi a riguardo.
Udc, De Mta: lettera di Berlusconi irricevibile
“Per quanto ci riguarda la lettera di Berlusconi è irricevibile”. Lo dichiara l’onorevole Giuseppe De Mita, vicesegretario nazionale dell’Udc.
“Già dal 2008 – continua De Mita – abbiamo scelto la nostra strada, riconfermandola nell’ultimo congresso nazionale. Le ragioni di quella scelta sono oggi rafforzate più che sconfessate: Non ci ha mai toccato l’antiberlusconismo, ma nemmeno ci tenta essere filoberlusconiani”.
“Quasi dieci milioni di italiani – spiega il vicesegretario nazionale dell’Udc – hanno abbandonato Berlusconi sulla progressiva presa di coscienza, da noi colta già nel 2008, della carica illusionista di quella formula priva, nella pratica, di un serio disegno liberale e della prevalenza di questioni personali e spicciole. L’ultima prova è stata data ad ottobre scorso quando tra gli interessi del Paese e la tesi del complotto contra personam ha fatto prevalere il secondo. Questa è una condizione genetica ed irriducibile che nessuna questione di metodo può superare. Certo, sulle riforme si discute con tutti, ma una nuova fase del popolarismo può essere aperte solo tra chi ha capito questa condizione”.
“Dobbiamo superare – conclude De Mita – categorie inattuali, quali centrodestra e centrosinistra. Gli elettori ci stanno dicendo che non sono interessati agli schemi, ma alla qualità della proposta e questo è il vero punto dirimente”.
De Mita (Udc): oggi si chiude ciclo del centrodestra
«Credo che alla fine di questa giornata e di quanto emerso sia utile ribadire che l’iniziativa di Berlusconi non ci riguarda: primo perché chi capisce di politica dovrebbe aver compreso che il suo ciclo è chiuso e con esso il ciclo del centrodestra degli ultimi venti anni, secondo, e questa è la ragione più elementare ma più comprensibile per tutti, perché il nostro ultimo congresso, che ha votato non per dividere l’atomo ma per indicare con chiarezza una linea politica, ha escluso chiaramente qualunque ipotesi di rapporto con Forza Italia per ragioni politiche. Per ridiscutere questa linea mi pare evidente non basti un consiglio nazionale, ma eventualmente un nuovo congresso. Dunque, la questione non esiste». Lo dichiara l’onorevole Giuseppe De Mita, vicesegretario nazionale dell’Udc.
Centrodestra: Libe' (Udc), “No a terzopolismi in sedicesimi, dialogo con tutti i moderati”
“La nuova area moderata e popolare che l'Udc vuole contribuire a costruire avra' una possibilità solo se ci sarà dialogo e confronto con tutti coloro che rappresentano l'elettorato moderato italiano senza nessuna esclusione. I terzopolismi in sedicesimi non servono a nessuno e sono già stati bocciati dagli elettori”. Lo afferma il vicesegretario dell'Udc Mauro Libè.
Centrodestra: D'Alia (Udc), Dialogo per unità moderati sia aperto a tutti
“Nel campo dei moderati si sono verificati due fatti rilevanti: la lettera di Silvio Berlusconi e l'assemblea di Ncd. Sono evoluzioni che, assieme alla discussione avviata nel nostro Consiglio Nazionale di giovedì scorso, meritano un approfondimento e che non possono essere liquidate con dichiarazioni intrise di becero tatticismo”. Lo scrive in una nota pubblicata sul suo blog il Presidente dell'Udc Gianpiero D'Alia.
“La sfida che abbiamo davanti – osserva D'Alia – è innanzitutto costruire un nuovo sistema politico diverso da quello conosciuto nella seconda Repubblica, che non si regga su un 'monocolore Pd' o su un confronto violento tra il rinnovato partito di Renzi e populismo antisistema. I moderati devono essere della partita, e per questo serve un avviare un confronto sereno su valori e programmi di una nuova offerta politica che veda il concorso di tutti, nessuno escluso, con pari dignità e profonda umiltà”.
“E' un confronto – aggiunge D'Alia - che deve sicuramente tenere conto dell'apprezzabile iniziativa messa in campo oggi dal presidente Berlusconi, che rappresenta una fetta importante di quell’elettorato a cui vogliamo rivolgerci senza chiusure tattiche prive di senso politico”.
“E' importante – prosegue l'ex ministro - proseguire il dialogo e il confronto con tutti, ma partendo dal basso e senza pensare che una questione complessa come la ricostruzione di una nuova area moderata e popolare possa avvenire tramite la sommatoria di pezzi delle vecchie nomenclature della seconda repubblica: se si vuole assecondare e guidare la voglia di cambiamento che c’è nel Paese, e anche tra i nostri elettori, occorre favorire un profondo e qualificato ricambio generazionale che porta con sé il valore aggiunto della autorevolezza e della credibilità”.
“Le riserve mentali, le furbizie tattiche e i pregiudizi pseudointelletualistici – conclude D'Alia – non ci portano da nessuna parte. Avviamo un confronto sereno su valori e programmi, partendo dalla definizione di una proposta comune su riforme istituzionali, legge elettorale, Europa e riforme economiche che servono al Paese per uscire dalla crisi. Su questo sentiero l'Udc intende muoversi e a settembre ne discuteremo in un nuovo consiglio nazionale".
Redazione Agenzia Stampa Italia