(ASI) Il M5S fa luce su un'altra piaga che riguarda il mondo scolastico: quella degli attestati ottenuti presso corsifici a pagamento che attribuiscono punti nelle graduatorie di merito dei docenti.
Ieri in commissione VII alla Camera il Governo ha risposto ad un'interrogazione a prima firma Ciprini mirata a conoscere quali azioni di controllo e monitoraggio il MIUR metta in atto nei confronti di tali enti e del personale che organizza i corsi e rilascia gli attestati.
"Si tratta di corsi di specializzazione e master, rigorosamente a pagamento e dal dubbio valore culturale, che vengono svolti, senza alcuna prova in ingresso, presso enti accreditati dal MIUR e università telematiche: un business milionario e un vulnus gravissimo per il sistema d'istruzione italiano. La risposta del governo è stata vaga e insoddisfacente. È stato semplicemente confermato che la direttiva n. 90 del 1 dicembre 2003 riconosce l'attività formativa degli enti accreditati, cosa che sapevamo già! ", commenta la deputata Tiziana Ciprini.
"Questo sistema sfrutta la disperazione del personale precario - continua Silvia Chimienti - costretto ad aggiornare la propria posizione nelle graduatorie d'istituto ogni tre anni: maggiore è il punteggio maggiore è la possibilità di lavorare nella scuola. I corsi on line di durata annuale si svolgono in maniera poco trasparente, senza test di accesso e spesso senza la garanzia di una seria prova finale che testi le competenze acquisite; nonostante questo però valgono come una seconda laurea! L'alto costo di tali corsi aggrava la situazione, discriminando ancor di più tra chi ha le possibilità economiche di frequentarli e chi invece non ce le ha. ".
Le deputate hanno quindi annunciato una risoluzione in commissione cultura che impegni il Governo a ridimensionare il fenomeno dei corsi a pagamento on line.
Redazione Agenzia Stampa Italia