"Ancora oggi – proseguono i portavoce –, nonostante gli arresti dell’anno scorso e queste nuove vicende giudiziarie, il Sistri è affidato alla Selex. E ancora oggi sono numerosi i problemi del sistema, che stanno rendendo la vita difficile a 400 mila aziende che proprio in questi giorni devono pagare di nuovo la quota annuale".
Un paradosso, perché una materia così importante, latracciabilità dei rifiuti, e quindi la prevenzione dello smaltimento illecito dei rifiuti e la lotta all’ecomafia, è del tutto marginale negli impegni del governo e nel dibattito politico. "Noi del M5S da tempo stiamo chiedendo che il Sistri possa essere reso finalmente operativo, e che si faccia chiarezza sugli aspetti ancora oscuri e fumosi dell’intero sistema. La tracciabilità dei rifiuti è fondamentale".
Il nuovo ministro dell’Ambiente ha da poco dichiarato di voler ridurre il numero di aziende che devono sottoporsi al Sistri. "Chiediamo che non agisca solo sulla quantità dei soggetti coinvolti ma sulla qualità di un sistema che a oggi ancora non funziona bene: si faccia carico di questo problema, semplifichi la normativa, renda veramente funzionale e operativo il Sistri".
"Ci chiediamo poi come mai un settore così delicato, per il quale addirittura era stato apposto il segreto di Stato, possa essere stato coinvolto un personaggio così ambiguo dell’imprenditoria italiana, Vincenzo Angeloni, oggi arrestato e che già nel 2010 era indagato per corruzione all’Aquila per tangenti all’allora assessore all’Ambiente.
È arrivato il momento di affilare le armi e combattere davvero le ecomafie. Siamo in attesa di un segnale concreto da parte del neonominato ministro".
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