(ASI) «O si interviene al Senato per introdurre una formula che risolva le questioni ancora aperte o non ci sarà nessun patto in grado di dare una risposta credibile e duratura ai problemi del Paese». Lo dichiara Giuseppe De Mita, deputato dell’Udc vicepresidente vicario del gruppo “Per l’Italia” alla Camera.
«Quando Moro – continua De Mita - percepì la crisi del sistema politico istituzionale alla fine degli anni ’70, teorizzò e cercò di lavorare perché la Dc andasse all’opposizione, ritenendo che il recupero del rapporto di rappresentanza, e non la gestione del potere, fosse l’unico punto di ripresa possibile del rapporto tra politica ed aspettative della pubblica opinione . Oggi, dinanzi alla stessa crisi, aggravata e non risolta, si ipotizza una formula elettorale che cancella la rappresentanza e crea un artificio finalizzato solo a garantire la gestione del potere». «E’ in questa differenza, radicale e profonda, che risiedono tutti i limiti della riforma votata – conclude l’onorevole De Mita - Piuttosto che affrontare la crisi della rappresentanza, si immagina di cancellarla con un espediente. La nostra preoccupazione è che la storia è implacabile e i problemi non risolti riemergeranno nel tempo in maniera ancora più violenta».
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