(ASI) “Dalla Svizzera arriva un segnale di allarme per tutta l'Europa. Si tratta di una decisione che rispettiamo poiché riguarda gli affari interni di un paese straniero, tuttavia non si può pensare che questa scelta non abbia conseguenze e pesanti ripercussioni, anche per i rapporti tra il nostro Paese e la Confederazione elvetica.
Ritengo si tratti di una scorciatoia pericolosa che da una risposta sbagliata ad una questione reale. Serve una politica europea che consenta di tenere insieme le esigenze del mercato con quelle sociali, assicurando diritti e tutele alla libera circolazione dei cittadini. La gestione dei flussi migratori non può essere oggetto di atti unilaterali ed è evidente che le ricadute dell'esito referendario dovranno trovare una composizione ragionevole a livello istituzionale nel più ampio contesto europeo. L'Italia guarda a questo segnale con particolare preoccupazione, vista la condizione dei quasi 60.000 lavoratori frontalieri che dalle zone di confine ogni giorno vanno in Svizzera a prestare il loro lavoro e che da tempo sono già oggetto di discriminazioni salariali e persino attacchi a sfondo xenofobo. Il nostro Paese dovrà giocare un ruolo in prima fila in UE per garantire il diritto alla libera circolazione e per la tutela lavoro frontaliero
.. Su questo fronte l’impegno del Pd continuerà ad essere massimo”.
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