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Stati Uniti, l'ombra del default sulla Statua della Libertà
(ASI) La Statua della libertà americana, la torcia che simbolicamente da Liberty Island davanti Manhattan veglia  sulle isole di New York, chiuderà i battenti. La Statua è posta sotto la gestione dell'ente parchi nazionali, che verrà ridimensionato a causa dello Shutdown del Congresso.

Lo Shutdown, alla lettera il blocco delle attività federali, è divenuto attivo dalle ore 6 del 30 settembre a causa del mancato accordo alla Camera fra Repubblicani e Democratici sulla legge di bilancio.

La Camera, a maggioranza repubblicana, ha bloccato la legge fiscale di Obama, che includeva  tra l'altro la riforma sanitaria.

La “Obamacare” sulla sanità è stata il pilastro della campagna presidenziale dei democratici, e la controparte in contrarietà nella campagna repubblicana, motivo per cui non ha trovato spirito di conciliazione al Congresso.

I Repubblicani hanno momentanemanete sospeso i finanziamenti alla sua attuazione, in particolare gli osteggiati finanziamenti delle polizze assicurative obbligatorie individuali, e tardato di un anno la sua entrata in vigore.

Ora lo Shutdown, il primo dal 1996 sotto la presidenza di Bill Clinton, ridurrà di un miliardo di dollari le spese delle istituzioni pubbliche.

Nel 1996 solo nel breve periodo i danni economici da Shutdown furono più di 2 miliardi di dollari.

Il Presidente Barack Obama non ha tentato di illudere la popolazione sulla gravità del momento storico, descrivendo la situazione economica come “la peggiore dalla seconda guerra mondiale”.

I diretti interessati da questo mancato accordo saranno i dipendenti della Casa Bianca (circa 800mila dipendenti), costituiti da personale sia civile che militare.

Le Forza Armate degli Stati Uniti subiranno una grave paralisi organizzativa a causa dei licenziamenti di massa degli uffici civili. Obama ha tuttavia assicurato la copertura degli stipendi dell'Esercito in servizio attivo e della Guardia Costiera.

Proprio alle Forza Armate è rivolto il primo messaggio del Presidente Obama dopo le votazioni: “Malauguratamentem il Congresso non ha adempiuto le proprie responsabilita’. Non e’ stato capace di approvare un bilancio e, come risultato, gran parte della nostra amministrazione adesso deve chiudere, fino a quando il Parlamento non votera’ per finanziarla. 
Garantiremo che abbiate cio’ di cui avete bisogno per completare le vostre missioni. Le minacce alla nostra sicurezza nazionale non sono cambiate, e ci occorre che siate pronti per qualsiasi evenienza
”.

Il National Park Service, che copre circa 401 parchi nazionali americani compresa la Statua della Libertà, chiude momentamente i battenti per mancanza di fondi, fino a quando non verrà superata la paralisi del Congresso.

Chiuderanno a ruota anche i musei pubblici, gli sportelli ministeriali e i parchi naturali.

Per i turisti e gli amanti della Statua simbolo del sogno americano i problemi resteranno minimali dato che uno Shutdown si risolve solitamente in pochi giorni.

Moody's ha stimato la perdita giornaliera in diversi miliardi di dollari al giorno.

Nonostante queste cifre tutta la questione resta un enorme falso problema nel mare dell'opinione pubblica mondiale.

Il 17 ottobre infatti il debito pubblico degli Stati Uniti potrà raggiungere il limite del tetto massimo di 16.700 miliardi di dollari. Esso potrà costringere il governo americano a dichiarare il fallimento tecnico.

La sua dichiarazione è squisitamente tecnica dato che il declino americano e il tracollo del dollaro sono una realtà ormai consolidata, a beneficio soprattutto della Cina che possiede circa l'8% del debito pubblico degli Stati Uniti.

Il dollaro risulta appetibile in borsa in quanto valuta di riserva negli scambi internazionali, depositata presso tutte le banche mondiali.

Ma se nessuna potenza estera comprerà più bond pubblici e privati americani, le economie emergenti potrebbero scavalcare secoli di egemonia del dollaro in un periodo più breve dell'immaginario collettivo.

Maria Giovanna Lanotte- Agenzia Stampa Italia

 

 

 

 

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