L’attività di informazione e responsabilizzazione dei pazienti sta dando, quindi, i suoi primi frutti, insistendo sull’opportunità dell’utilizzo di farmaci equivalenti, specialmente in un momento di grave difficoltà come quello che le famiglie stanno attraversando.
Sta crescendo, quindi, la consapevolezza che passare ai farmaci equivalenti conviene (i risparmi stimati dal nostro Osservatorio sono di circa 35 Euro annui a famiglia), ma soprattutto non significa cambiare farmaco e non comporta difficoltà e complicazioni per il paziente.
L’obiettivo, ora, è quello di ridurre il gap con gli altri Paesi europei, dove l’uso degli equivalenti si supera il 50%, mentre in Italia, a fine 2012, raggiungeva appena il 15%.
Proseguire in tale direzione, quindi, vuol dire contribuire significativamente alla riduzione della spesa sanitaria (per 600-700 milioni di Euro annui), risparmiando risorse che potranno essere investite in maniera efficace per ripristinare un sistema sanitario nazionale fortemente indebolito dai tagli imposti negli ultimi anni.
In tal senso è necessario, inoltre, avviare la commercializzazione delle confezioni conformi e monodose: adeguando il formato dei farmaci alla terapia, infatti, sarà possibile eliminare notevoli sprechi, con un risparmio di oltre 500-600 milioni di Euro annui.