In estrema sintesi dal DAP 2013 non emerge una volontà forte di affrontare il momento economico e sociale più difficile degli ultimi 20 anni. In sostanza la Regione non può sperare di “far passare la nottata”, ma ha il dovere di prendere il toro per le corna, con tutti che si assumono le proprie responsabilità.
Per questo motivo non chiediamo, come in passato, il ritiro del Documento, ma esigiamo in questi giorni di sessione di bilancio una seria riflessione, affinché la politica possa dare un segnale concreto in direzione delle esigenze dei cittadini. Lo affermiamo in presenza del Documento Annuale di Programmazione più disastrato di sempre, in cui si cerca di scaricare sulla crisi globale anche responsabilità di governo locale. È vero, la contingenza è obiettivamente difficile, ma la Giunta regionale deve prendere atto che l'aggancio ai parametri economico-sociali delle regioni del nord (obiettivo prioritario del primo decennio degli anni 2000) è purtroppo fallito.
In alcuni casi i dati dell'Umbria sono inferiori addirittura alla media nazionale, che risente tra l'altro dei pessimi dati delle Regioni meridionali. Anche la cosiddetta “Alleanza per l'Umbria”, erede sbiadita del “Patto per lo Sviluppo” dell'era Lorenzetti e cardine dei precedenti DAP, non trova più posto nel Documento attuale, confermando di essere poco più di un rito stanco di confronto con categorie sempre più distaccate dalle procedure politiche, come dimostrato dalle audizioni dello scorso 12 marzo.
In questa situazione non si può arrivare alla sessione di bilancio con questi pesanti ritardi e non può certo essere una giustificazione il momento elettorale e, meno che mai, la candidatura dell'assessore di riferimento. In questi drammatici momenti non si può più indugiare sulla strada delle riforme ed è necessario che cittadini ed imprese percepiscano concretamente i miglioramenti che dovrebbero scaturire dalle normative approvate negli anni scorsi, a cominciare da quella sulla semplificazione amministrativa inattuata nei Testi Unici settoriali.
Soprattutto riaffermiamo che non è possibile, come purtroppo avviene in questo DAP, ribadire per iscritto e più volte una sorta di “impotenza di fondo”, arrendendosi a dinamiche extraregionali. A cominciare dall'occupazione e dagli Accordi di Programma con altri soggetti istituzionali, è necessaria un'azione protagonistica da parte dell'Istituzione Regione e di tutti i suoi organi, con un coinvolgimento diretto del Consiglio regionale, in primis sull'utilizzo della modesta somma di 56,6 milioni di euro che rappresenta il margine non rigido del bilancio 2013 e dove possono collocarsi le scelte politiche.
Condividiamo l'impegno di invarianza fiscale - anche se di fatto limitato esclusivamente all'addizionale IRPEF - considerato che nel campo delle imposte indirette e sulle tariffe gli umbri saranno sottoposti a salassi anche nel 2013, e chiediamo che non ci sia un ripensamento in tal senso considerato che è l'unico dato di positività, almeno sul piano dell'impegno, che è stato riconosciuto dalle categorie.
Su questo tipo di impegni siamo pronti a dare il nostro contributo, fermo restando che senza i cambiamenti strutturali richiesti il voto che esprimeremo in Aula sarà negativo.
Andrea Lignani Marchesani (relatore al DAP)
Gianluca Cirignoni
Sandra Monacelli
Franco Zaffini
Alfredo De Sio