(ASI) Ultime in Redazione - La crisi greca che i poteri forti credevano di poter gestire a modo loro, attraverso un prestito usurario e strozza-popoli, invece segue il suo naturale sviluppo: un processo rivoluzionario, inteso come  cambiamento radicale dell’attuale modello economico-politico di matrice Usa-liberista. Questo è un colpo duro per l'Europa dei banksters e del capitalismo deviato e di natura anti-sociale. L’assalto ai supermercati in Grecia dimostra che la politica economica di Bruxelles è fallita. Perché esercitata contro i legittimi interessi della maggioranza degli europei e a solo beneficio di una esigua minoranza di “privilegiati”. E' sempre più evidente che, per colpa del sistema turbo-capitalista in vigore,  i paesi europei, specialmente quelli strutturalmente più deboli, finiscono  in una drammatica recessione dagli effetti socialmente devastanti.  E la rivolta in Grecia è il primo passo verso un cambiamento epocale che va nella direzione di un’Europa sociale. Una ribellione popolare  destinata a portare in primo piano le Nazioni contro l'internazionalismo della finanza apolide.

Si tratta anche di due movimenti anarchici locali, che si sono organizzati e sono passati alle vie di fatto: basta cortei e proteste, si va a rapinare le banche: nelle ultime cinque settimane le rapine sono aumentate del 600% rispetto a un anno fa. Rubano ciò che possono e poi lo dividono con la gente che va a fare la spesa. La polizia è riuscita ad arrestarne quattro, rei confessi, ma una volta in cella li hanno massacrati di botte senza consentire loro di farsi rappresentare dai legali. Lo si è saputo perché c'è stata la confessione del poliziotto scrivano addetto alla mansione di ritoccare con il Photoshop le fotografie dei quattro arrestati, due dei quali ricoverati in ospedale con gravi lesioni.

E così, è piombata la sezione europea di Amnesty International, con i loro bravi ispettori svedesi, olandesi e tedeschi, che hanno realizzato una inchiesta, raccolto documentazione e hanno denunciato ufficialmente la polizia locale, il ministero degli interni greco e l'intero governo alla commissione diritti e giustizia dell'Unione Europea a Bruxelles, chiedendo l'immediato intervento dell'intera comunità continentale per intervenire subito ed evitare che la situazione peggiori.

Siamo venuti così a sapere che il più importante economista tedesco, il prof. Hans Werner Sinn, (consigliere personale di Frau Angela Merkel) sorretto da altri 50 economisti, avvalendosi addirittura dell'appoggio di un rappresentante doc del sistema bancario europeo, Sir Moorald Choudry (il vice-presidente della Royal Bank of ScoTland, la quarta banca al mondo) hanno presentato un rapporto urgente sia al Consiglio d'Europa che alla presidenza della BCE che all'ufficio centrale della commissione bilancio e tesoro dell'Unione Europea, sostenendo che "la Grecia deve uscire, subito, temporaneamente dall'euro, svalutando la loro moneta del 20/ 30%, pena la definitiva distruzione dell'economia, arrivata a un tale punto di degrado da poter essere considerata come "tragedia umanitaria" e quindi cominciare anche a ventilare l'ipotesi di chiedere l'intervento dell'Onu".

Silenzio assoluto.

Nessuna risposta.

Censura totale.

Nessun candidato alle elezioni in Italia ha fatto menzione della situazione greca attuale.