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E se li cacciassimo tutti? Sarebbe la prima necessaria rivoluzione

(ASI) E se li cacciassimo tutti? Tutti, in un ripulisti generale. Per manifesta, assoluta incapacità di governare, che poi sarebbe un patetico eufemismo per non dire associazione per delinquere finalizzata all’appropriazione indebita delle risorse pubbliche, diffusa e generalizzata. Perché non è più possibile assistere, senza reagire, alle indagini della magistratura sulle ruberie sempre più pesanti, sempre più numerose. Ormai è pressoché impossibile trovare qualche politico, presente o passato, che non abbia rubato, con qualche espediente delinquenziale perverso. Ogni qualvolta che la magistratura indaga su enti, banche, associazioni, e qualsiasi altra cosa che abbia a che fare con i soldi pubblici, trova furti e appropriazioni indebite di ogni genere, senza nessun limite, senza nessun pudore. E poi che cosa fanno? Vanno in tv con quella indecente faccia tosta, per dire che il momento è difficile e che tutti dobbiamo fare sacrifici. Tutti? Ma come tutti? Pazzesco. Sentite questa: a Montecitorio si spendono 124 milioni di euro l’anno, non per gli stipendi, quelli sono a parte, per pagare ai 630 deputati: caffè, corsi di lingue, facchinaggio, arredi, computer, ecc., vale a dire questi tizi (mi viene il voltastomaco a chiamarli signori) hanno il coraggio, ognuno di loro, in un momento di crisi profonda, in cui la gente si suicida perché non riesce a tirare avanti, di spendere tra gli 850 ed i 1.000 euro, al giorno, capito? Al giorno! E la cosa ancora più incredibile è che nessuno dei cosiddetti giornalisti, che intervistano (si fa per dire) i candidati a governare, meglio sarebbe dire a rovinare, ancora una volta il Paese, da Vespa a Santoro, abbia la capacità di chiedere conto di queste spese assurde ed intollerabili. Nessuno. Li ospitano per far fare a tutti il comizietto di paese. E tutti, mentre si lanciano accuse reciproche in una patetica commedia senza fine, dicono che vogliono abbassare le imposte e le tasse, ma come si fa a credere a queste balle idiote? Anche la Chiesa, con il cardinale Bagnasco, ha messo in guardia sul rischio di farci “abbindolare” da questi commedianti di teatro di infima categoria.  Perché lo capiscono tutti, anche quelli che hanno fatto solo le serali, che con un debito che supera ormai abbondantemente i duemila miliardi di euro, non è possibile abbassare i tributi se non prima si tagliano le spese pazzesche (nella entità e nelle motivazioni, come si è visto sopra) che la classe politica è capace di fare. Bisognerà cominciare dal finanziamento ai partiti, con un massimo di un milione di euro l’anno per spese documentate e, soprattutto, motivate, per la durata della legislatura, da dividere tra tutti i partiti presenti in Parlamento. C’è un conduttore capace di costringere qualche candidato ad impegnarsi, in maniera solenne, a presentare, già il primo giorno di legislatura, un disegno di legge proprio su questi tagli, precisi e dettagliati? Si comincia da qui perché non ci sono altre strade. E poi niente altri rimborsi elettorali per nessuna altra consultazione. I candidati, se possono e vogliono, se li paghino da soli le spese.

I “grillini”, con un gesto concreto e responsabile, mi pare che abbiano restituito il rimborso elettorale ottenuto per le regionali in Sicilia, se non ricordo male, 800.000 euro. E questi soldi solo al gruppo Movimento cinque stelle. Fate i conti e vedete quanto costano ad ogni cittadino le elezioni comunali, provinciali, regionali, nazionali ecc. Come sia possibile continuare così? Come sia possibile ridurre l’Irpef, l’Imu, l’Iva, se non si tagliano tutte queste spese inutili ? E poi un’altra legge, e sempre il primo giorno: per i reati contro la pubblica amministrazione niente prescrizione, e condanne da un minimo di dieci anni di carcere in su con conseguente decadenza immediata da qualsiasi carica istituzionale. Poi, se proprio non si vogliono ridurre i parlamentari, si potrebbe almeno stabilire che i seggi a Montecitorio e, ovvio, anche a palazzo Madama, siano in proporzione al numero dei votanti, così che se alle urne si reca il 50 % i deputati automaticamente diventerebbero la metà, vale a dire 315. Solo così si potrebbero porre le basi per un vero cambiamento. Ma, naturalmente, tutto questo non avverrà: le facce sono sempre le stesse e le speranze sono ridotte al minimo, per non dire nulle. Purtroppo.

 

Fortunato Vinci – Agenzia Stampa Italia

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