(ASI)"L'idea del Piano del lavoro è ricostruire una prospettiva, per rimettere in moto questo Paese. Mettiamo a disposizione la nostra conoscenza, il nostro sapere". Con queste parole Susanna Camusso ha concluso i lavori della Conferenza di programma.
Vi riportiamo la sintesi del suo intervento Susanna Camusso per chiudere, dal palco del PalaLottomatica, la due giorni della Conferenza di Programma della Cgil, promossa per presentare al Paese il 'Piano del Lavoro'.
Prende la parola intorno alle 12.30 e, davanti ai tanti partecipanti ai lavori della Conferenza, il leader della Cgil dedica il suo primo pensiero alla giornata di domani, 27 gennaio. “Ricordarcene e ricordarlo - dice - è parlare di questa nostra Europa e ricordarsi che se il nostro continente ha potuto attraversa una stagione di unità è perché, dalle straordinarie tragedie della seconda guerra mondiale, ha imparato che la pace è la sola occasione per offrire una prospettiva”. Secondo il segretario della Cgil, il Paese ha bisogno di essere ascoltato. “Capire cos'è il Paese, quali sono i bisogni e le sue necessità.
Basterebbe ascoltare la gente che si incontra e provarsi a mettere in relazione con loro per capirne le priorità, le esigente e i bisogni”, ovvero le testimonianze raccolte in questi due giorni, come nella quotidiana attività della Cgil. Un punto, quest'ultimo, di distanza dal governo Monti: “Mentre sarebbe bastato prestare ascolto e attenzione a queste poche cose per conoscere il mondo - afferma Camusso -, il governo non ha voluto vedere cosa stesse succedendo: nella sua azione ci sono forse i numeri della finanza ma di certo non le persone in carne e ossa”.Per questo la Cgil riporta, con la sua proposta, il lavoro al centro. Certo non un lavoro qualsiasi purché sia, perché questo determina nei giovani l'idea che “l'ingresso nel mondo del lavoro sia solo fatica e non l'avvio di un processo di autonomia e di libertà”.
Per il Segretario della Cgil ai lavoratori va offerta un'idea di lavoro, di contratti, capace di ricomprendere chi un lavoro ce l'ha, chi lo sta cercano o chi vuole semplicemente mantenerlo. “Il lavoro che dobbiamo fare noi - ha spiegato Camusso - è quello di rivendicare il cambiamento ma sapendo che questo mondo, divaricato e diviso, va tenuto insieme”. E questo processo non può che essere determinato da una contrattazione che sia la libera espressione del rapporto tra le parti. Ecco perché bisogna cancellare l'articolo 8 della legge 138 del 2011. Ed ecco perché va cancellato anche l'articolo 9: “Noi abbiamo un'idea della dignità delle persone per cui il mondo non deve essere dei forti: la creazione dei ghetti dei disabili è una cosa che non vogliamo vedere”, dice il leader della Cgil. Mettere il lavoro al centro dell'azione politica e sindacale vuol dire riconoscere l'importanza dei temi della democrazia e della rappresentanza che sono, secondo Susanna Camusso, “parte della democrazia del nostro Paese" e perché il diritto sia pieno, non basta cancellare gli ostacoli posti dal governo precedente, insieme ai troppi accordi separati ma "serve una legge”. "La prospettiva di un contratto nazionale - ha continuato il Segretario generale della Cgil - deve essere inclusiva delle troppe forme di lavoro. La domanda che ci viene dai precari è quella di offrire anche a loro la possibilità di far valere le proprie esigenze e le proprie rivendicazioni”.C'è insomma un'idea di società nel Piano della Cgil che parte dal lavoro. Come hanno colto gli ospiti intervenuti ieri alla prima giornata. Camusso esprime un apprezzamento nei loro confronti: “Hanno avuto rispetto di noi, non sono venuti qui per fare un comizio. Hanno dimostrato rispetto non dandoci ragione su tutto ma ponendoci domande e esprimendo i loro dubbi”.Replicando alle osservazioni giunte in queste ore, come quelle relative alla tempistica di attuazione della proposta, Susanna Camusso ha rilevato come “si sia creata una strana discussione su un teorico primo e secondo tempo. Non ci sono due tempi ma l'idea che se devi rimettere in moto il paese e che c'è un punto da cui partire”. Non due tempi distinti dunque ma “un treno che non si spezza”.Sulle risorse, il Segretario generale della Cgil ribadisce: “Noi pensiamo che la patrimoniale serva in questo Paese, serva discuterne e farla; così come pensiamo che bisogna cambiare marcia sul tema dell'evasione perché c'è la sensazione che la si prenda troppo bassa. Serve un cambio di passo, anche per interrompere quei canali malavitosi che si inseriscono nel tessuto economico", come ha denunciato anche un giornalista come Giovanni Tizian. "Evasione e tassazione sui grandi patrimoni - ha continuato Susanna Camusso - non possono più essere elusi perché il Paese ha un bisogno urgente di abbassare le tasse sui lavoratori e sui pensionati. Sì certo anche alle imprese - specifica il Segretario generale della Cgil - ma consideriamo che la riduzione del cuneo fiscale per ben due volte è andata tutta a favore delle imprese e non dei lavoratori”.
Sul ruolo del pubblico, sull'idea di una sua maggiore presenza in economia, Susanna Camusso, con ironia ha sottolineato “la paura che questa prospettiva ha generato”, Mentre sul tema della spesa pubblica ha evidenziato come la proposta della Cgil individui il tema della sua riorganizzazione “ma anche della necessità di cambiare il modo con cui sono ad oggi è stata affrontato il problema: quello dei tagli lineari". Sugli assetti istituzionali, il Segretario generale della Cgil ha ribadito “che bisogna partire dalle competenze aggregando le istituzioni là dove possono dare risposte più efficienti ed efficaci ai cittadini”. A chi si dice preoccupato di una più incisiva presenza pubblica nel sistema economico, Susanna Camusso osserva: “Siamo un paese strano che storce il naso quando si parla di nazionalizzazioni e poi discute della indispensabilità di finanziare le banche e nazionalizzarle”.Annunciando a breve una proposta con la Fisac per maggiore trasparenza e revisione della governance nel settore bancario, il Segretario generale della Cgil dedica un passaggio delle sue conclusioni alla vicenda del Monte dei Paschi di Siena: “Anche qui - dice - si sta dando un esempio pessimo di come si devono discutere le questioni. Non si vuole affrontare il nodo principale che sta emergendo in queste ore: il sistema bancario è ancora pieno di derivati e di finanza tossica”. Salvo alcune “scomposte reazioni”, da parte di esponenti del centro destra, il Piano del lavoro della Cgil ha registrato attenzione e apprezzamenti diffusi. "Da qui, dal Piano del Lavoro, la Cgil vuole partire. “Adesso per noi si apre un'altra stagione: non solo quella delle cose che non vanno bene ma quella di chi sa che ha una proposta da mettere in campo e vuole confrontarsi a tutto campo. La Cgil ha una proposta che ha bisogno di pochi comizi e tanta discussione con le persone nei luoghi di lavoro". "Alziamo lo sguardo e offriamo risposte alle tante domande che ci rivolgono. Combattiamo l'idea cupa della rassegnazione e apriamo una prospettiva. Torniamo nei luoghi di lavoro e nei territori. Facciamo meno filosofia ma più proposte, cercando l'interlocuzione con Cisl e Uil". "Se ora la Cgil è pronta - ha concluso il Segretario generale della Cgil - è il Paese adesso ad aver bisogno di un governo che si assuma le responsabilità e che abbia una proposta non di galleggiamento, ma di fuoriuscita dalla crisi. Qualunque esso sia,qualunque siano le proposte che avremo di fronte, noi saremo in piedi sulle nostre gambe" "Non per altro la Cgil, come recita la campagna per il tesseramento 2013, è "Fondata sul lavoro”.