(ASI) Da anni in Europa si parla di sovranità e sovranismo. Non di rado a sproposito, cioè confondendo i due termini, o meglio, confondendone i significati, e declinandoli secondo i paradigmi ideologici più disparati e contradditori.
Fuori dal Vecchio Continente, dove spesso il tema si innesta su un passato coloniale o comunque di forte subalternità verso potenze straniere, la sovranità nazionale è sentita e percepita come l'effettiva capacità di determinare concretamente il destino del proprio Paese, rifiutando imposizioni o ingerenze esterne. Non per legittimare comportamenti arbitrari bensì per ricostruire una dignità violata, offrire alla propria popolazione un tenore di vita migliore ed armonizzare le esigenze di sicurezza con quelle altrui, costruendo un modello di sviluppo nazionale commisurato alle tendenze complessive del contesto storico.
L'Azerbaigian rientra senz'altro in questa categoria. Negli anni Novanta, dopo circa due secoli quasi ininterrottamente trascorsi sotto il dominio russo, zarista prima e sovietico poi, la giovane repubblica caucasica, allora guidata da Heydar Aliyev, superò un'iniziale fase di profonda incertezza avviandosi lungo un nuovo cammino indipendente.
Sebbene i ricchi giacimenti di petrolio e gas presenti nel sottosuolo abbiano contribuito in modo decisivo a gettare le basi per la crescita del Paese, senza un indirizzo di politica estera solido e lungimirante sarebbe stato impensabile raggiungere i successi ottenuti. Il libro recentemente pubblicato per i tipi di Anteo Edizioni aiuta così ad approfondire e comprendere le direttrici che hanno plasmato e rafforzato il ruolo internazionale dell'Azerbaigian, sia nel contesto regionale che nel più ampio scenario globale.
Equidistante dai diversi poli di influenza, nel corso degli ultimi trentadue anni il Paese ha saputo ritagliarsi un notevole spazio di manovra seguendo un approccio multivettoriale che consentisse al governo di mantenere relazioni proficue con tutti i partner, trattando alla pari con i principali attori del pianeta, dalla Russia agli Stati Uniti, dalla Cina all'Unione Europea. Lo storico rapporto privilegiato con la Turchia - fieramente sintetizzato nella formula Bir millət, iki dövlət, cioè "Una nazione, due stati" - non ha mai compromesso la capacità dell'Azerbaigian di assumere una postura indipendente.
Biglietto da visita di una nazione che guarda al futuro senza mai dimenticare le radici persiane e turciche dell'antico Shirvan, la capitale Baku è oggi un importante centro di innovazione, formazione, cultura, turismo e intrattenimento. Il suo porto storico e quello in costruzione nel vicino insediamento di Alyat ne fanno inoltre un hub regionale nella logistica delle merci.
Nel quadro della competizione globale per la riconfigurazione delle catene di approvvigionamento, fattasi ancor più serrata dopo la pandemia e la guerra russo-ucraina, lo sviluppo di nuove direttrici commerciali intercontinentali pone la metropoli caspica all'incrocio tra il corridoio nord-sud Russia-Iran-India (INSTC) e la rotta est-ovest Cina-Turchia-Europa (TITR).
Unitamente al ruolo assertivo svolto all'interno di organi, agenzie e programmi dell'ONU, l'attivismo diplomatico dell'Azerbaigian nel contesto di importanti realtà sia internazionali, come l'Organizzazione per la Cooperazione Islamica (OIC) e il Movimento dei Non Allineati (NAM), sia regionali, come l'Organizzazione per la Cooperazione Economica (ECO) e l'Organizzazione degli Stati Turcofoni (OTS), ha rafforzato l'adesione al multilateralismo coltivata dal presidente Ilham Aliyev da quando ha assunto le redini dello Stato. Ed è proprio sul suo primo ventennio alla guida del Paese (2003-2023) che si concentra il testo, traduzione in lingua italiana di una pubblicazione realizzata dall'AIR Center, impreziosita dalla prefazione dell'Ambasciatore dell'Azerbaigian in Italia Rashad Aslanov.
Dopo aver presentato le maggiori iniziative regionali e internazionali dell'Azerbaigian, lo scritto affronta i grandi progetti infrastrutturali legati al trasporto e alla transizione energetica, tanto più rimarchevole in un Paese esportatore netto di idrocarburi, proseguendo poi con un corposo e dettagliato capitolo incentrato sulla vittoria ottenuta nell'ultima guerra del Karabakh, che in due distinte fasi - autunno 2020 e settembre 2023 - ha consentito a Baku di ripristinare l'integrità territoriale recuperando il controllo dei territori occupati per circa un trentennio dalle milizie separatiste filo-armene. Chiude il sommario una breve descrizione dell'iniziativa di pace presentata dall'Azerbaigian per normalizzare la situazione nella regione del Caucaso meridionale.
Ilham Aliyev. Successi in politica estera, 2003-2023
AA.VV.
Anteo Edizioni
Pagg. 64
ISBN 9791280769732
Andrea Fais - Agenzia Stampa Italia