(ASI) Si è aperta ieri, presso l'International Convention & Exhibition Center di Nanning, la 20a edizione dell'Expo Cina-ASEAN (CAEXPO), l'evento fieristico-congressuale finalizzato a sviluppare e consolidare le relazioni economiche, commerciali e diplomatiche tra Pechino e i Paesi del Sud-est asiatico membri del mercato comune: Brunei, Cambogia, Filippine, Indonesia, Laos, Malesia, Myanmar, Singapore, Thailandia e Vietnam.
Alla presenza del primo ministro cinese Li Qiang, del segretario-generale dell'ASEAN, il cambogiano Kao Kim Hourn, in Cina già da qualche giorno, e dei premier o vicepremier dei Paesi del Sud-est asiatico, la manifestazione propone 19 forum per circa 2.000 imprese (+18,2% sul 2022) ospitate nel capoluogo della regione autonoma del Guangxi, suddivisione amministrativa che assieme alla provincia dello Yunnan compone la porzione terrestre più meridionale del Paese, direttamente confinante con lo spazio ASEAN, e nello specifico con Vietnam, Laos e Myanmar.
Come sottolineato giovedì scorso dalla portavoce del Ministero degli Esteri Mao Ning in conferenza stampa, il 2023 segna il decimo anniversario della proposta del presidente Xi Jinping di costruire una più stretta comunità Cina-ASEAN dal futuro condiviso e del lancio dell'Iniziativa Belt and Road (BRI). Questo è inoltre il ventesimo anno dall'ingresso di Pechino nel Trattato di Amicizia e Cooperazione nel Sud-est Asiatico (TAC), piattaforma diplomatica su cui si fonda il dialogo tra le parti anche nell'ottica di risolvere incomprensioni e dispute senza interferenze esterne.
Non a caso, il tema della CAEXPO di quest'anno è "Lavorare Insieme per una Casa Armoniosa ed un Futuro Condiviso", accompagnato dall'emblematico sottotitolo "Promuovere lo Sviluppo di Alta Qualità dell'Iniziativa Belt and Road e Costruire un Epicentro di Crescita". La speranza espressa dalle autorità cinesi è che l'evento possa rappresentare «una possibilità per tutte le parti di esplorare le opportunità, affrontare la sfide e perseguire la cooperazione».
Mao Ning ha anche affermato che è intenzione di Pechino «lavorare per l'attuazione di alta qualità del Partenariato Economico Globale Regionale (RCEP), promuovere la liberalizzazione e la facilitazione del commercio e degli investimenti tra la Cina e l'ASEAN, migliorare la connettività regionale, costruire un'economia regionale aperta e favorire la creazione di un'ancor più stretta comunità Cina-ASEAN dal futuro condiviso».
Fondata nel 1967 dai cinque Paesi della regione allora più vicini all'Occidente (Filippine, Indonesia, Malesia, Singapore e Thailandia), cui si aggiunse il Brunei nel 1984, l'ASEAN si è ritagliata un ruolo innovativo e pragmatico dopo la fine della Guerra Fredda, aprendo le porte anche a nazioni fino ad allora ritenute politicamente ostili [o addirittura in conflitto tra loro] quali Vietnam, Cambogia, Laos e Myanmar.
In seguito alla firma dell'Accordo di Libero Scambio tra i Paesi membri nel 1992, che impresse una svolta decisiva al processo di costruzione del mercato comune, la Cina cominciò a puntare con insistenza gli occhi sull'area, cercando di ricomporre le tensioni emerse nel passato. Dopo anni di discussioni e incontri, nel novembre 2002 le parti siglarono l'Accordo quadro sulla Cooperazione Economica Globale, fissando tre obiettivi generali: eliminare la barriere tariffarie e normative che ostacolavano il flusso di beni e servizi; incoraggiare gli investimenti nelle due direzioni; rafforzare la cooperazione.
Su questa base giuridica, le parti raggiunsero prima l'intesa per la firma dell'Accordo sul Commercio di Beni (2004) e poi quella per l'Accordo sul Commercio di Servizi (2007). Dal gennaio 2010 entrò così in vigore l'Accordo di Libero Scambio Cina-ASEAN (CAFTA), il primo di questo tipo concluso dall'ASEAN con un partner esterno, aggiornato e sviluppato ad un livello superiore nel 2015.
Pechino è stata per quattordici anni consecutivi il principale partner commerciale dell'ASEAN ed entrambe le parti sono risultate primo partner commerciale l'una dell'altra per tre anni di fila. Nel 2022, l'interscambio Cina-ASEAN ha superato quota 970 miliardi di dollari, in crescita dell'11,2% rispetto all'anno precedente. Sempre stando ai dati divulgati dal Ministero degli Esteri cinese, entro lo scorso luglio i flussi di investimenti nelle due direzioni accumulati dalla Cina e dai Paesi ASEAN avevano oltrepassato i 380 miliardi di dollari.
Nel quadro della cooperazione Cina-ASEAN, il ruolo del Guangxi - regione autonoma che l'ordinamento costituzionale della Repubblica Popolare assegna alla minoranza etnica Zhuang - è cresciuto in modo significativo nel corso degli ultimi dieci anni, soprattutto dal 2019, dopo il lancio in loco di una delle 21 zone-pilota di libero scambio aperte dal 2013 in tutto il Paese, che sino al giugno di quest'anno registrava la presenza di oltre 90.000 imprese.
Il commercio tra il Guangxi e l'ASEAN è così passato dai 10,28 miliardi di dollari del 2012 ai 38,64 miliardi del 2022, per un incremento del 276%: una tendenza che ha fatto dell'ASEAN il primo partner commerciale della regione autonoma cinese per ventitre anni consecutivi, sino allo scorso anno. La Zona-Pilota di Libero Scambio del Guangxi è composta da tre settori:
- L'area di Nanning: concentrata sullo sviluppo della finanza moderna, dell'economia digitale e dei servizi di nuova generazione, sta emergendo quale hub innovativo nell'ambito della finanza transfrontaliera e allo scorso giugno annoverava un totale di 463 tra istituzioni ed imprese finanziarie, nonché oltre 5.500 aziende del settore digitale;
- Il Porto di Qinzhou: posizionata lungo la fascia costiera affacciata sul Golfo del Tonchino, sta trasformando in una porta di accesso di grande rilevanza nella facilitazione del trasporto merci tra Cina e Paesi ASEAN, tanto che nei primi sette mesi di quest'anno il volume movimentato ha raggiunto 107 milioni di tonnellate, in crescita del 10,3% su base annua, e 3,3 milioni di TEU, in aumento del 15% su base annua;
- L'area di Chongzuo: al confine con il Vietnam, fa leva sulla presenza del Parco Industriale di Pingxiang specializzandosi sulla lavorazione dei prodotto agricoli importati dai Paesi ASEAN ma anche su settori ad alto contenuto tecnologico quali i nuovi materiali, l'elettronica informatica e i piccoli elettrodomestici.
Andrea Fais - Agenzia Stampa Italia