(ASI) Chieti - Come una placca tettonica esiste una linea immaginaria che divide il mondo in due e che segue la traiettoria delle regioni geopolitiche e geoeconomiche dove ci sono situazioni di tensione fra la Nato e/o i suoi alleati e la Russia e/o i suoi alleati.
L'Ucraina è attualmente il punto caldo dove si è aperta una spaccatura in questa linea/placca tettonica che divide la terra, formatasi dopo la caduta dell'Urss e che vede la potenza marina gli Usa, cercare di conquistare terreno verso il cuore del mondo dove ci sono le maggiori risorse energetiche a scapito della Russia, la potenza terrena. Lo scontro geopolitico può essere paragonato a una eterna lotta tra Roma e Cartagine, spiegata in ottica statunitense dal politologo Edward Luttwak e in ottica russa dal politologo Alexandr Dugin.
In realtà, lo scontro tra Usa e Urss, Nato e Russia o fra l'Occidente e il resto del mondo, a seconda dei contesti e delle situazioni geopolitiche, non si svolge solo in UCRAINA dove il governo ucraino di Zelensky filo Nato sta resistendo colpo su colpo alle "zannate" dell'esercito dell' "Orso Bianco" russo, ma anche in KOSOVO dove ci sono continui scontri tra il governo kosovaro filo Nato sostenuto prevalentemente dalla etnia pseudo albanese e la minoranza filoserba.
In MEDIORIENTE, se vogliamo dirla tutta lo scontro è invece tra la componente sciita filoiraniana e siriana e la sunnita filo Nato della Turchia. Sia l'Iran, rifacendosi alla tradizione persiana che la Turchia riprendendo la tradizione ottomana, vogliono esercitare una nuova egemonia sull'area mediorientale. Questo scontro indiretto fra la Turchia e l'Iran si lega anche alla questione mai sopita della Palestina, dove l'Iran alleato della Russia é pro palestinesi e pro Hezbollah in Libano, mentre la Turchia membro Nato é pro Israele.
A sua volta più a Sud, nell'AFRICA CENTRALE, l'Africa Nera, le potenze tradizionali europee e in particolare la Francia che ha mantenuto su quella zona una certa influenza economica stanno segnando il passo dinnanzi alle operazioni portate avanti dalla PMC Wagner filorussa che sta appoggiando rivolte contro tutti i governi filoeuropei. L'obiettivo dei russi e anche dei cinesi in questo caso, non è solo quello di rovesciare il neocolonialismo europeo, portato avanti da Francia e Gran Bretagna e in modo subordinato ora alla Francia dell'Italia dopo il "Patto del Quirinale", ma anche di sostituirsi nello sfruttamento delle risorse come ad esempio i metalli e le pietre preziose, e dell'Uranio per la produzione della energia nucleare. A tal proposito, spiccano negli ultimi tempi le rivolte scoppiate in Niger, in Gabon, in Mali e in Sudan contro le autorità filoccidentali.
Spostandoci in Asia abbiamo due situazioni che si trascinano dalla Guerra Fredda come la frontiera sempre calda fra la COREA DEL NORD (filo-Russa e Cinese) e la Corea del Sud (filo Usa), e la frontiera marittima fra la Repubblica Popolare Cinese e la Repubblica di Cina, fra la Cina e TAIWAN che si protrae dalla fine della guerra civile fra nazionalisti cinesi e comunisti, con i nazionalisti, ora filostatunitensi che controllano Taiwan e altre isole limitrofe. La situazione è diventata incandescente dopo la visita di sostegno alla democrazia di Taiwan di Nancy Pelosi, speaker della Camera dei Rappresentanti degli Usa, con cinque parlamentari democratici, il 2 agosto 2022. La visita ha provocato prima vibranti proteste della Repubblica Popolare Cinese e poi nella primavera 2023 a dimostrative manovre militari della marina e della aeronautica del governo di Pechino nel Mar Cinese.
L'ultima frontiera calda è in AMERICA CENTRALE, dove vicino al confine statunitense resta il Partito Comunista Cubano col neopresidente Diaz - Canel e il Venezuela del Presidente Maduro, paese che ha nazionalizzato le risorse petrolifere sul suo territorio e perciò fa gola agli Usa.
Insomma, la guerra fra la Nato e la Russia è una partita a scacchi che si sta giocando su più tavoli che può essere vinta dalla Nato se riuscirà a togliere alla Russia l'appoggio della Cina e a fare scoppiare una guerra civile all'interno del paese smembrandolo, a tal proposito saranno importanti le prossime elezioni presidenziali del 2024.
La Russia dal canto suo può vincere la partita se riuscirà a fare coincidere la sua lotta contro la Nato, con quella della restante parte del mondo contro l'imperialismo occidentale, mettendo il tutto sullo scontro fra civiltà, fra Occidente e Oriente o fra l'internazionalismo finanziario e il sovranismo nazionale. A tal fine vanno le rivolte in Africa e le pressioni sui Paesi produttori di gas e petrolio come l'Arabia Saudita e l'Algeria ad esempio, per tagliare le forniture all'Europa e/o aumentare a dismisura i costi delle materie prime sul mercato. Ruolo importante in tal senso è anche quello della Cina che porta avanti manovre speculative sui mercati internazionali di materie prime e finanziari per mettere in difficoltà l'UE e gli Stati Uniti, per provocare o il forzato ritiro degli Usa, oppure la richiesta di ritiro delle forniture all'Ucraina da parte dei paesi del comando Nato come la Francia che potrebbero trovarsi a mal partito in caso di perdita definitiva della loro area di influenza economica in Africa, o anche tramite lo scoppio di rivolte civili negli Usa che potrebbero costringere Washington a un disimpegno e al ritorno ad un nuovo isolazionismo statunitense. Molto importanti per la sorte degli Usa le prossime elezioni presidenziali americane che si svolgeranno anch'esse nel 2024 come quelle russe.
La questione resta incerta e calda con risvolti che possono portare a delle conseguenze anche impensabili fino ad oggi.
Cristiano Vignali - Agenzia Stampa Italia
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