(ASI) Washington – L’andamento delle relazioni bilaterali, le grandi sfide contemporanee, la salvaguardia degli equilibri internazionali: questi i principali temi al centro della visita ufficiale di Giorgia Meloni alla Casa Bianca.
Una visita dai toni assai amichevoli, che ha sorpreso tanto la stampa statunitense quanto gli osservatori. Come ricorda il “New York Times”, nemmeno un anno fa Joe Biden aveva salutato con profonda preoccupazione la vittoria elettorale di Meloni, temendo risvolti negativi per lo stato di salute della democrazia italiana.
Ancora oggi sono molteplici le fratture ideologiche fra Washington e Roma. Solo per citare un esempio, la stampa democratica americana ha più di una volta biasimato l’atteggiamento conservatore della maggioranza parlamentare italiana sui diritti civili e i diritti delle coppie omosessuali.
Ciononostante, in un momento in cui la supremazia dell’Occidente viene sempre più messa in discussione da parte di avversari pronti a prendersi la scena, la cosiddetta “realpolitik” sembra avere la meglio su qualsiasi ideologia.
In tale ottica, il convinto atlantismo di Meloni - unito all’avversione per la guerra di Putin e alla freddezza sul grande piano di investimenti della “Via della Seta” cinese - non può non aver fatto tirare un sospiro di sollievo all’inquilino della Casa Bianca.
E così, accolta lo scorso 27 luglio nella Sala ovale in un clima cordiale, Meloni ha potuto vantare lo “stato eccellente” delle relazioni italo-americane, parlando di “contatti molto assidui” e di un “coordinamento estremamente proficuo” con il presidente Biden. La medesima dichiarazione congiunta rilasciata al termine della visita cita “l'incrollabile alleanza, il partenariato strategico e la profonda amicizia” tra Stati Uniti e Italia.
Concetto ribadito da Meloni ai cronisti italiani, ai quali non ha comunque nascosto le simpatie per Donald Trump: “Ho un'evidente sintonia con il partito repubblicano, ma questo non mi impedisce di avere un'ottima relazione con il presidente Biden perché Stati Uniti e Italia hanno sempre avuto buone relazioni indipendentemente dal colore dei governi”.
Nel corso dello scambio di vedute, i due presidenti si sono trovati d’accordo su numerosi temi. A cominciare, come prevedibile, dalla ferma condanna degli accadimenti bellici in Ucraina. Alle continue provocazioni russe, Washington e Roma hanno opposto “l'unità e la forza” del legame transatlantico, ostentando reciproca fiducia nell’operato della Nato.
Accanto a ciò, essi hanno confermato di voler continuare a sostenere Kyiv politicamente, militarmente e finanziariamente “per tutto il tempo necessario”. L’obiettivo finale rimane il conseguimento di una pace “giusta e duratura” che tenga conto dell’integrità territoriale e della sovranità dell’Ucraina. Nel lungo termine, Biden e Meloni hanno confermato l’impegno comune per assicurare la ricostruzione del paese.
Relativamente ai fragili rapporti con Pechino, il comunicato congiunto afferma che i due leader lavoreranno insieme per “rafforzare le consultazioni bilaterali e multilaterali sulle opportunità e le sfide poste dalla Cina”. Incalzata in un secondo momento dai giornalisti, Meloni non ha escluso una sua futura visita a Xi Jinping.
E anche se il grattacapo della “Via della Seta” non è stato esplicitamente affrontato alla Casa Bianca, il presidente del Consiglio ha lasciato intendere un progressivo allontanamento di Roma dal paese del dragone. Meloni ha parlato di “de-risking”, ovvero della necessità non più prorogabile di evitare eccessive dipendenze da fonti energetiche e materie prime in mano a un singolo rifornitore. Termine, questo, usato in precedenza dal medesimo Biden e dai vertici dell’Unione europea proprio allo scopo di affrancarsi gradualmente dalla sgradevole dipendenza dalla Cina.
Sempre in tema di politica estera, l’attenzione si è spostata sull’area del Mediterraneo. Biden e Meloni hanno concordato sul bisogno di stabilizzare politicamente ed economicamente gli Stati africani, anche al fine di contrastare la migrazione irregolare. A tal proposito, il capo della Casa Bianca si è limitato a “prendere atto” del Piano Mattei, il programma di investimenti per la regione africana che il governo italiano dovrebbe presentare ufficialmente in autunno.
Washington ha poi colto l’occasione di ringraziare il nostro paese per gli sforzi profusi nella pacificazione della tormentata regione balcanica. Biden ha citato esplicitamente l’impegno dei soldati italiani al servizio della missione Nato KFOR. Molti di essi sono stati feriti nei violentissimi scontri recentemente scoppiati nel Kosovo settentrionale. Si sono ritrovati vittime delle drammatiche tensioni etniche fra serbi e albanesi che hanno fatto da sfondo alle controverse elezioni amministrative in quattro città dell’area.
Spazio anche al settore economico-finanziario. I due presidenti si sono impegnati a intensificare ulteriormente le relazioni commerciali, facendo notare come l’anno scorso gli scambi oltreoceano abbiano raggiunto il valore di 117 miliardi di dollari. Resta ancora da vedere, tuttavia, quale impatto avrà l’Inflation Reduction Act.
La legge contro l’inflazione approvata di recente dall’amministrazione statunitense contiene una serie di clausole dal connotato spiccatamente protezionistico, che limitano la circolazione di beni e prodotti esteri. Il provvedimento voluto da Biden ha già suscitato l’irritazione dell’Unione europea e rischia di danneggiare anche i nostri esportatori, ciononostante il tema non è stato affrontato nel corso del colloquio.
Dalla Casa Bianca è arrivata la promessa di maggiori investimenti congiunti, estendendo la cooperazione in settori di scottante attualità quali la ricerca sulle tecnologie di ultima generazione e la transizione verde. D’altronde, Biden e Meloni hanno definito i cambiamenti climatici “una minaccia esistenziale” e hanno riconosciuto l’importanza di intraprendere al più presto “azioni decisive” per cercare di invertire la rotta. Il comunicato congiunto evidenzia, in merito, la necessità di mantenere l’aumento della temperatura media globale al di sotto di 1.5°C e azzerare le emissioni nocive di carbonio entro il 2050.
Solo con il tempo potremo misurare il reale impatto della visita di Meloni, la quale in ogni caso non appare incline a prendere troppo le distanze dalle posizioni controverse di Trump. Quel che è certo è che - almeno per il momento e fin quando la leader di Fratelli d’Italia non cambierà idea su Russia e Cina - Biden sarà disposto a chiudere un occhio sulle molteplici divergenze ideologiche pur di non perdere un alleato importante in una fase cruciale dove gli equilibri globali sono in continua definizione.
Marco Sollevanti – Agenzia Stampa Italia