(ASI) Kim Yo Jong, la potente sorella del leader nordcoreano Kim Jong Un, ha definito il presidente della Corea del Sud “un pappagallo allevato dall’ America”.
L'attacco è giunto dopo che Moon Jae-in ha criticato il lancio di missili balistici da parte di Pyongyang avvenuto la scorsa settimana. I commenti "illogici e sfacciati", del leader di Seoul, hanno fatto eco alla posizione degli Stati Uniti, ha aggiunto. "Difficilmente riusciamo a reprimere lo stupore per la sua spudoratezza", ha evidenziato. Il ministero dell'Unificazione sudcoreano ha espresso "forte rammarico" per la sua dichiarazione, affermando che le due Coree devono osservare "le regole minime dell'etichetta in ogni circostanza".
E' attesa intanto, nelle prossime ore, una riunione d' emergenza del Consiglio di sicurezza dell' Onu a porte chiuse, richiesta da alcuni paesi europei che compongono l' organo decisionale del Palazzo di Vetro che ha sede a New York, in merito al test con vettori effettuato da Pyongyang la scorsa settimana. L' iniziativa, dell' esercito del leader Kim Jong Un, ha ricevuto una durissima condanna dalla Casa Bianca e dai loro alleati. Washington e i suoi partner hanno considerato tutto ciò come una ennesima violazione delle risoluzioni varate, negli anni, dalle Nazioni Unite. Il presidente americano, Joe Biden, ha minacciato una non meglio precisata "risposta", nei confronti della controparte, se tali azioni provocatorie non avranno termine. I due paesi posseggono numerose bombe nucleari e missili intercontinentali in grado di raggiungere i territori controllati dalla Casa Bianca e quelli gestiti dalla nazione asiatica. La tensione, nell’ area, è dunque sempre più alta e tutti si augurano che questa escalation verbale non si trasformi in una bellica vera e propria. Le conseguenze sarebbero, in tal caso, non solo per quella parte del mondo, ma anche per l’ intera comunità internazionale.
Marco Paganelli – Agenzia Stampa Italia