(ASI) Dal 27 ottobre Michael Higgins è il nono presidente dell’Irlanda, dopo una vittoria schiacciante in una delle delle campagne elettorali più combattute della storia del paese arancio-verde.
Il poeta attivista ha ottenuto il 56.8% dei voti, staccando nettamente il candidato indipendente Sean Gallagher e l’ex comandante dell’IRA Martin McGuinness.
Il risultato è arrivato dopo il conteggio dei voti durato due giorni per stabilire chi avrebbe succeduto alla uscente Mary McAleese. In Irlanda il presidente viene eletto direttamente dai cittadini e resta in carica per 7 anni. Come in Italia è a capo delle forze armate, ratifica le leggi e sorveglia su parlamento, magistratura e governo.
Il 70enne Higgins ha dedicato un’intera vita alla difesa della cultura irlandese e a molte campagne per i diritti umani in tutto il mondo. In tutta la campagna elettorale ha goduto sempre di un netto vantaggio sul suo diretto rivale Gallagher. E’ curioso notare come, nonostante tutto ciò, Higgins, appartenente da sempre al Partito Laburista Irlandese, abbia tenuto una campagna elettorale di basso profilo, in linea con la difficile situazione economica che la ex-tigre anglosassone sta attraversando.
Micheál Martin, il leader del principale partito di opposizione, Fianna Fáil, si è congratulato con Higgins per la sua performance "che lo vedrà eletto il nono presidente d'Irlanda". Martin ha aggiunto: "Ho conosciuto Michael Higgins molti anni fa e sono sicuro che sarà un ottimo presidente e ambasciatore per l'Irlanda."
Significativo il primo discorso ufficiale di Higgins presidente: «Sono molto contento. Il numero dei voti mi permetterà di essere il presidente di tutte le persone. Rendo omaggio agli altri candidati per la loro lunghissima campagna, avevano molte buone idee che io includerò».
Ma chi è il nuovo presidente dell’Irlanda? Michael Higgins, classe 1941, ad un primo sguardo sembrerebbe un politico vecchio stampo, uno di quelli che hanno percorso dal basso il proprio cursus honorum. Nasce a Limerick, sud est dell’isola, e a causa della povertà della sua famiglia, viene accudito fin da piccolo dagli zii a Country Clare, dove frequenta elementari e medie. Comincia a lavorare come commesso ma ad un certo punto, un benefattore che ne intuì il talento, gli finanziò gli studi universitari all’University College di Galway. Comincia la carriera accademica come lecturer in scienze politiche e prima di entrare in politica è anche Visiting Professor alla Southern Illinois University Dopo un breve avvicinamento ai repubblicani del partito Fianna Fail, si iscrive al partito laburista e non lo lascerà più, una decisione che reputa egli stesso “coerente con quanto è accaduto al mio Paese”.
Si era candidato senza successo alle elezioni legislative nel 1969 e nel 1973, per poi venire nominato per un seggio al Senato quello stesso anno dall'allora premier Liam Cosgrave. Il suo primo seggio al ''Dail'' (la Camera Bassa del Parlamento Irlandese), nel 1981, fu di breve durata: alle elezioni anticipate dell'anno successivo una nuova bocciatura. E' stato quindi sindaco di Galway fra il 1982 e il 1983 e poi fra il 1991 e il 1992. Nel 1987, Higgins è di nuovo al Dail, che non ha più abbandonato fino alle elezioni dello scorso febbraio. Le sue battaglie storiche sono state quelle per le pari opportunità, per la difesa del divorzio, per i diritti dei portatori di handicap e per la difesa del gaelico. A livello politico si è impegnato molto anche nelle campagne per l’aiuto ai paesi in via di sviluppo. Nel 1992 arriva l'incarico di ministro della cultura, che ha mantenuto per cinque anni, aumentando i contributi dello Stato alla letteratura, al teatro, alla danza e alle arti visuali. Durante quella carica, risolse la controversa questione 31 sulle trasmissioni televisive, ristabilendo l’Irish Film Board e creando TV4, il canale televisivo nazionale interamente in lingua gaelica. Un presidente quindi con una forte impronta progressista ma sempre in senso nazionalista: un sentimento sempre vivo in un popolo come quello irlandese, ancora più acceso in questi ultimi anni che vedono il paese verde sconvolto da una forte crisi economico finanziaria, alle prese con un’emorragia sociale che vede moltissimi giovani irlandesi lasciare l’isola, ma allo stesso tempo un popolo fiero e orgoglioso delle proprie origini, che non accetta di buon grado gli aiuti finanziari internazionali e che affida a Higgins la difesa degli interessi nazionali.