(ASI) Ora la Polonia vuole dettare l’agenda energetica all’Europa.
Utilizzando il pretesto dello strano “avvelenamento” del russo Aleksej Navanlnyi, uno dei tanti oppositori di Vladimir Putin, Varsavia vorrebbe che la Germania e l’Unione europea bloccassero la realizzazione del gasdotto North Stream2, attualmente in via di completamento tra la Russia e la Germania sfruttando il Mar Baltico.
Ad avanzare la richiesta il premier polacco Mateusz Morawiecki; secondo il primo ministro “non si può minacciare la Russia da lontano, puntando il dito, e poi rimanere invischiati nel progetto North Stream 2 con il gruppo Gazprom. L'unica via d'uscita razionale sarebbe, invece, archiviare il tutto”.
Ormai lanciato nel suo attacco contro la Russia Morawiecki è tornato sul presunto avvelenamento ai danni di Navalnyj sostenendo che questo costituisce “una sfida per l'intera comunità democratica europea”, sottolineando come questo gasdotto “renderà l'Ue dipendente dalle forniture di gas russo”. Tuttavia, per il primo ministro polacco, il pericolo maggiore è che la Russia, con il pretesto della cooperazione economica, “sta guadagnando influenza sul comportamento della Germania, uno dei più importanti partner economici e politici nell'Ue e nella Nato”.
Il premier polacco ha poi concluso la sua invettiva contro Mosca asserendo: “Non è sufficiente prendere atto che la Russia “non accetta la democrazia e la libertà di espressione in senso occidentale” perché, secondo lui “con uno Stato che viola gli standard internazionali e il diritto internazionale non solo in patria, ma anche sul territorio dell'Ue e degli Stati membri della Nato, non è possibile avere un dialogo costruttivo”.
Fabrizio Di Ernesto – Agenzia Stampa Italia